Gli anziani sono una risorsa del Paese
Che cosa prevede, in sintesi, lo schema di legge delega? «La vecchiaia non è solo una stagione di declino — spiega Paglia — ma al contrario un tempo prezioso di sviluppo, crescita e partecipazione». In questa frase c’è il senso dell’intero progetto. Gli anziani non sono un peso, sono una risorsa. Si istituisce un Comitato per le politiche in favore della popolazione anziana (Cipa), presieduto dal o dalla premier, ma soprattutto si prospetta la creazione di un sistema unitario nell’assistenza ai non autosufficienti coordinando meglio le attività del Servizio sanitario, quelle dei servizi sociali degli enti locali e dell’Inps. Si semplificano i processi valutativi, troppo lunghi; si tende ad assicurare un’assistenza domiciliare più rispondente ai bisogni che alle disponibilità. La percentuale di anziani che, in un anno, fruisce dei servizi domiciliari è solo del 6,5 per cento. La maggior parte degli utenti, però, riceve un numero molto esiguo di visite a casa e per periodi di tempo assai limitati. Alcune cifre sono emblematiche: l’11 per cento delle prese in carico si conclude in un giorno e il 32 per cento degli utenti riceve meno di una visita a settimana. L’assegno di accompagnamento (529 euro al mese) va graduato sulla base delle necessità e non accordato in forma uguale per tutti. Si tutelano meglio i disabili anziani che, superata una certa età, non hanno più risposte specifiche. L’obiettivo di fondo della riforma è quello di assistere le persone fragili, finché è possibile, nella loro abitazione, ma è previsto un forte investimento nella semiresidenzialità oltre che nella rete delle case di riposo. L’ostacolo maggiore, com’è intuibile, è quello della copertura dei costi. Lo Stato da solo non ce la farà. Avrà bisogno del privato sociale, del terzo settore. Vanno agevolate specifiche polizze assicurative. Ma se la riforma non verrà approvata entro il marzo del prossimo anno, l’Italia vedrà indebolirsi la propria posizione nell’ambito della missione 5 (inclusione) del Piano nazionale di ripresa e resilienza che destina una non trascurabile quota di risorse. E si procurerà un danno grave che scaricherà sui suoi cittadini più fragili. I servizi alla persona, non sostituibili da alcun robot (almeno lo speriamo), saranno in futuro un grande bacino di occupazione, soprattutto per i profili di caregiver più qualificati. Dunque, il progetto è anche un rilevante investimento sotto il profilo economico, ma — cosa che più importa — è una testimonianza vera di civiltà a favore di tutti, anziani e giovani.
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