Decreto Rilancio 2020, la legge ha agevolato truffe per 6 miliardi di euro di cui 1,8 già spariti

di Marco Bonarrigo e Milena Gabanelli

Dieci miliardi di euro di fatture gonfiate, sei di crediti fiscali illegittimi di cui 1,8 già incassati e dileguati. I bonus Covid previsti dal Decreto Rilancio 2020, e in particolare quello sugli affitti non residenziali, bonus facciate e bonus sisma, hanno generato truffe vertiginose. Chi le ha ordite non ha nemmeno avuto bisogno di complicarsi troppo la vita con autorizzazioni e acquisti di materiali come per il Bonus 110%: qui un buon numero di abili truffatori, una rete intermediari e un plotone di prestanome hanno sfruttato una legge nata per essere aggirata con estrema facilità.

Truffatori e complici uniti

Solo così si può spiegare, ad esempio, come due micro società immobiliari hanno potuto fatturarsi a vicenda canoni di affitto e lavori di adeguamento sisma (non realizzati) per 2 miliardi prima che la magistratura le fermasse. A Rimini un’organizzazione ramificata in tutta Italia, è partita da contratti d’affitto esistenti, ma nessuno ha controllato gli importi, gonfiati di 1000 volte. Hanno maturato crediti per 400 milioni, 100 recuperati, 300 incassati e svaniti. Ad Umbertide (Pg) un’oscura concessionaria d’auto ha accumulato crediti d’imposta inesistenti per 103 milioni, di cui 23 comprati da Poste da soggetti che non avevano mai fatto la denuncia dei redditi, rapinatori o con precedenti per associazione a delinquere. Poste e Cassa Depositi e Prestiti hanno liquidato nel corso del 2021 centinaia di milioni senza fiatare, sostenendo di aver agito in buona fede e ora ne chiedono il rimborso allo Stato.

Art 121: la falla nel comma 1 lettera b e nel comma 4

Per capire il meccanismo bisogna partire dal Decreto Rilancio promosso a maggio 2020 dal governo Conte, che concede «un credito d’imposta del 60% dei canoni di locazione degli immobili commerciali o industriali, e fra l’80 e il 90% sui lavori di rifacimento facciate e adeguamento sisma» per aiutare le aziende in crisi, a fronte di spese sostenute per lavori realizzati. Il credito, detraibile dalle tasse, è per la prima volta girabile ad un numero infinito di soggetti, o incassabile subito vendendolo con sconto a istituti di credito. In particolare, l’articolo 28 sugli affitti è stato emendato 40 volte da maggioranza e opposizione per allargare i benefici a ogni tipologia possibile di affitto, dalle cabine balneari ai distributori automatici di bevande. Il guardasigilli ha vistato la legge (spesa stimata a carico dello stato di 1,5 miliardi, la sola truffa è costata sette volte tanto) e anche l’opposizione che non l’ha votata (il Governo aveva posto la questione di fiducia) ha applaudito.

La norma folle

Se decidi di fare questo però devi mettere dei presidi importanti, perché basta che due privati si mettano d’accordo su un credito inesistente e il danno è fatto. Durante l’iter la Ragioneria dello Stato avverte: troppe cessioni di credito d’imposta possono innescare un’economia parallela e fittizia. L’Agenzia delle Entrate il 12 maggio solleva la stessa obiezione, ma la direttiva politica è quella di far girare l’economia e i controlli si fanno dopo. La bozza circola fra i capigabinetto, il ministro Gualtieri dà l’assenso alla norma, passa alla Ragioneria che la avalla, quindi al preconsiglio dei ministri, e poi il Presidente del Consiglio per l’ok finale. Il Decreto Rilancio viene approvato il 9 luglio 2020. A settembre 2020 sul sito di Poste si legge: «Per poter accedere al servizio di cessione del credito di imposta di Poste Italiane gli interessati non dovranno presentare alcuna documentazione per istruire la pratica (..) chi ha maturato il credito riceverà la liquidità sul proprio conto».

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