I possibili ministri del governo Meloni (dopo il vertice con Berlusconi): Tajani e Salvini vicepremier, resta il nodo Giustizia

Negli ambienti di Fratelli d’Italia si lascia intendere che qualora dovesse essere cancellato il nome di Nordio alla Giustizia, l’intera lista sarebbe da ridiscutere. E salterebbe lo schema messo a punto nell’incontro tra Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni.

Giorgia Meloni, come scrive qui Marco Galluzzo, vorrebbe giurare nelle mani del capo dello Stato, con la sua squadra di governo, al più tardi lunedì prossimo. Fra una settimana esatta.

Secondo lo schema circolato, alla Lega andrebbe un ministero in più rispetto alle previsioni, Giancarlo Giorgetti all’Economia, da qualcuno considerato come tecnico.

Università e ricerca e Pubblica amministrazione dovrebbero rientrare nel portafoglio azzurro: nel primo caso la casella potrebbe essere occupata da Anna Maria Bernini mentre per il dopo-Brunetta si parla di Alessandro Cattaneo o anche di Sestino Giacomoni, entrambi potrebbero anche andare a presidiare il Mef come sottosegretari.

Niente da fare nemmeno per il Mise mentre, nello schema delineato a via della Scrofa, Fi conquisterebbe il ministero della Transizione ecologica. Al posto di Roberto Cingolani andrebbe Gilberto Pichetto ma l’energia potrebbe tornare a via Veneto, con lo Sviluppo economico che in questo caso andrebbe a Guido Crosetto.

A Forza Italia spetterebbe la Farnesina con Antonio Tajani che, nella richiesta del Cavaliere, dovrebbe ricoprire anche il ruolo di vicepremier. Su questo una riflessione sarebbe ancora aperta ma anche in casa Lega si dà per scontato il doppio ruolo per Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture. Gli altri 4 ministeri per il partito di via Bellerio (oltre al Mef, fuori quota) sarebbero l’Agricoltura, dove resta in pole l’attuale sottosegretario Gian Marco Centinaio, gli Affari regionali e l’autonomia destinato a Roberto Calderoli dopo il passo indietro rispetto alla presidenza del Senato, il ministero dell’Interno dove il nome più forte rimane quello del prefetto Matteo Piantedosi, che ha già ricoperto il ruolo di capo di gabinetto quando al Viminale c’era Salvini.

Il quarto ministero potrebbe essere l’istruzione o la famiglia – per cui circola il nome di Simona Baldassare – o ancora la disabilità, cui in un primo momento sembrava potesse rimanere l’attuale ministro Erika Stefani, anche se le sue quotazioni sarebbero in calo. Al Lavoro sembra mettere tutti d’accordo al momento Marina Calderone, che guida il consiglio dell’ordine dei consulenti del lavoro. A Palazzo Chigi, come sottosegretario alla presidenza, Meloni dovrebbe portare con sé il fidatissimo Giovanbattista Fazzolari ma nei giorni scorsi si era ipotizzato, nel caso Fazzolari avesse assunto le deleghe all’attuazione del programma, anche a una figura tecnica.

CORRIERE.IT

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