Il grande errore di Zan (e di Letta)

Ma Calenda, che ancora rincorre un’alleanza col Pd che invece lo ignora o insulta, si è subito dissociato dalla sua vice: “Fontana e Zan non possono essere messi in alcun modo sullo stesso piano. Si possono o meno condividere le idee di Zan, ma quelle di Fontana sono discriminatorie e inaccettabili. Emma Fattorini non rappresenta il pensiero di Azione.”

Come se ci fossero idee che si possono accettare e altre che invece no. La guerra al pensiero. Da elencare in una lista, e appendere al muro.

Molto progressista, più che liberale.

Proprio Zan che ieri pubblicando dei messaggi minacciosi ricevuti ha dato la colpa alla maggioranza: “La destra ha eletto ai vertici delle istituzioni figure che hanno fatto dei discorsi d’odio il centro della loro azione politica: una scelta che rischia di legittimare gli odiatori nella società e nella quotidianità”.

Mentre quando le minacce con la stella a 5 punte li riceve il Presidente La Russa, sono “compagni che sbagliano”.

Ha detto bene Cecchi Paone “vedo l’ipotesi di Zan come una trasformazione della presidenza della Camera in una specie di guerra di posizione. Guerra che hanno cominciato loro, e hanno sbagliato. Ma dal punto di vista dell’opposizione in generale non dobbiamo fare lo stesso errore. Ovvero considero importante non fare lo stesso sbaglio che ha fatto la destra di militarizzare la Camera”.

Il guaio delle bandierine è che nel Pd qualunque colore abbia alla fine viene strappata dalle correnti interne, e anche se ha sistemato la compagna, Franceschini sono due settimane che sta senza una poltrona.

IL GIORNALE

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