Il terreno minato tra posizionamenti e boicottaggi. L’incognita sul fattore Lega

D’altronde tocca alla maggioranza evitare quanto più possibile di prestare il fianco alle polemiche. Ma il Cavaliere ha dato questa opportunità agli avversarsi, che su ogni tema sono pronti legittimamente ad approfittarne. Ed è bastato che Gasparri riproponesse un vecchio disegno di legge sui «diritti del concepito», perché le opposizioni insorgessero contro Meloni sull’aborto. Certo, il senatore azzurro ha ricordato che compie questo gesto a ogni inizio legislatura: un «lascito morale» del presidente del Movimento per la vita, Carlo Casini. Ma nello stesso centrodestra c’è chi rammenta che tra Gasparri e Meloni ci sono vecchie (e nuove) storie tese.

I sospetti si concentrano ovviamente su Berlusconi, che ieri ha offerto altri indizi a quanti lo ritengono il capo del tentativo di boicottaggio. Perché citando una lista dei ministri, come fosse quella che verrà presentata a Mattarella, il Cavaliere — chissà quanto involontariamente — ha di fatto provato a mettere un cuneo nei rapporti tra la premier in pectore e il capo dello Stato. Al punto che è stato Lupi a definire «irrispettosa e inopportuna» la sua sortita. Questa presa di posizione dà un quadro delle opposte alleanze nella coalizione: da una parte Meloni e i centristi, dall’altra Berlusconi. In mezzo c’è Salvini, almeno per ora. Presto si vedrà se anche il leader della Lega «se l’è legata al dito». E quelle parole di Fontana sulle sanzioni…

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