Berlusconi il putiniano: “La guerra è colpa di Zelensky”
Stavolta è peggio, è allarme rosso. Berlusconi nel tardo pomeriggio chiama in diretta il tg di La7 e prova a spiegarsi con Enrico Mentana: «Sono preoccupato dai rapporti tra Russia e Occidente». Non basta. In tarda serata arriva una lunga nota di precisazione. Il Cavaliere se la prende con «la sinistra, che tante volte è stata dalla parte sbagliata della storia» e con «la pessima abitudine di trasformare la discussione politica in pettegolezzo, utilizzando frasi rubate registrate di nascosto, e appunti fotografati con il teleobbiettivo, con un metodo non solo sleale ma intimidatorio, che porta a stravolgere e addirittura a rovesciare il mio pensiero, usando a piacimento brandelli di conversazioni, attribuendomi opinioni che stavo semplicemente riferendo, dando a frasi discorsive un significato del tutto diverso da quello reale». Che invece, giura, è ben diverso: «Interrogarsi sulle cause del comportamento russo, come stavo facendo, ed auspicare una soluzione diplomatica il più rapida possibile, con l’intervento forte e congiunto degli Stati Uniti e della Repubblica cinese, non sono atti in contraddizione con la solidarietà occidentale e il sostegno al popolo ucraino. Del resto alla pace non si potrà giungere se i diritti dell’Ucraina non saranno adeguatamente tutelati».
Il clima nel partito è incandescente. Licia Ronzulli definisce «spregiudicato, per non dire criminale» il comportamento di chi ha diffuso l’audio del leader. «Si è superato il limite della decenza e del decoro – aggiunge Cattaneo – prenderemo provvedimenti». L’agenzia Nova, a fine serata, attribuisce la “soffiata” a due ex parlamentari non ricandidati e quindi arrabbiati con il presidente azzurro. È una caccia alle streghe, tra quei deputati e quelle deputate che ascoltano (e registrano) le parole di Berlusconi: «Io non vedo come possano mettersi a un tavolo di mediazione Putin e Zelensky. Zelensky, secondo me… lasciamo perdere, non posso dirlo…». E qui scattano le risate e gli applausi di Forza Italia. Un clima non proprio atlantista né in linea con quanto ripete da settimane Giorgia Meloni. Il presidente ucraino, a sentire Berlusconi, dovrebbe arrendersi, smettere di difendere il suo popolo: «Se lui diceva “Non attacco più”, finiva tutto. Quindi se non c’è un intervento forte, questa guerra non finisce». Conclusione ancora tra gli applausi, omaggio al narcisismo del leader: «Quello che è un altro rischio, un altro pericolo che tutti noi abbiamo: oggi, purtroppo, nel mondo occidentale, non ci sono leader. Non ci sono in Europa e negli Stati Uniti. Non vi dico le cose che so, ma leader veri non ce ne sono. Posso farvi sorridere? L’unico vero leader sono io…». Non lo deludono: sorridono, ridono, applaudono. Fino al prossimo audio.
LA STAMPA
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