Il Ppe: piena fiducia in Forza Italia e in Tajani. Michel: l’Ue collaborerà con il governo italiano

Fabrizio De Feo

Dopo le polemiche scoppiate in Italia a causa della pubblicazione da parte di LaPresse delle parole pronunciate da Silvio Berlusconi davanti alla platea dei senatori di Forza Italia e le rivelazioni sui doni inviatigli dal presidente russo in occasione del suo compleanno, il dibattito si sposta a livello europeo.

Le reazioni non mancano, anche se nel Partito popolare europeo si fa notare che, al netto dei singoli commenti pronunciati dagli esponenti politici, la posizione dell’Italia, del centrodestra e del partito guidato dal Cavaliere, fatti alla mano, non è mai stata in discussione. Ci pensa, peraltro, anche Antonio Tajani a inviare un chiaro messaggio alle cancellerie europee: «Domani sarò al Summit del Ppe per confermare la posizione europeista, filo atlantica e di pieno sostegno all’Ucraina mia e di Forza Italia» dice il coordinatore azzurro. «In tutte le sedi istituzionali non è mai mancato il nostro voto a favore della libertà e contro l’invasione russa». In Europa Manfred Weber, presidente del Ppe, non si esprime sulla questione del presunto riavvicinamento con Putin del leader di Forza Italia e si limita a ribadire la posizione della sua famiglia europea: «La Russia ha attaccato nuovamente uccidendo innocenti, tra cui una donna incinta. Putin è un criminale di guerra. Il sostegno a Kiev ci unisce». Evita di entrare nel merito anche il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. «Non commento i commenti. La posizione dell’Ue è chiara: sosteniamo l’Ucraina, condanniamo la Russia e non accettiamo una guerra ingiustificata. Coopereremo con il governo italiano, basandoci sul rispetto delle istituzioni democratiche». Una posizione critica viene invece adottata dal capo delegazione polacco al Ppe. «Vorrei consigliare a Berlusconi di rimandare indietro la vodka» commenta Andrzej Halicki. «Non è il momento di avere contatti con Putin quando si è di fronte ad atti terroristici. Putin non è un amico, ma un criminale di guerra». Arrivano anche le dichiarazioni di Paulo Rangel, vicepresidente del gruppo Ppe al Parlamento Europeo, che si concentra sul ruolo di garanzia svolto da Antonio Tajani.

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