Influenza, picco tra i bambini da 0 a 4 anni: «A Milano pediatri introvabili e pronto soccorso presi d’assalto»
di Sara Bettoni
Posti letto insufficienti e sale d’attesa colme. Al Buzzi arrivati 144 bimbi in 24 ore: «Troppe carenze nel sistema territoriale». In città 120 specialisti che spesso hanno già raggiunto il tetto di pazienti fissato a 1.400 bambini
L’influenza riempie i pronto soccorso pediatrici di Milano e non solo. «La situazione è critica, viviamo in grave sovraffollamento da tre settimane — dice Giuseppe Bertolozzi, responsabile del reparto d’urgenza della De Marchi (Policlinico) —. Viaggiamo su una media di 90 accessi quotidiani». A seconda delle giornate, i bambini con sintomi simil-influenzali passano dai 30 ai 60. «Hanno febbre, tosse secca anche violenta. I piccoli da due mesi fino a un anno a volte soffrono di bronchioliti e hanno bisogno di ossigeno. Nei casi più gravi li ricoveriamo».
I posti letto del pronto soccorso però sono solo otto ed è difficile far fronte alle necessità, anche perché all’epidemia di stagione, in anticipo rispetto agli anni pre Covid, si sommano altri virus. «Due medici coprono i turni sia nei giorni feriali sia nei festivi, ma il lavoro è tanto. Di conseguenza abbiamo persone in corridoio, cittadini in sala d’attesa che si lamentano». Si può aspettare anche 4 ore per una visita.
Non va meglio al Buzzi. Gian Vincenzo Zuccotti, direttore della Pediatria e del pronto soccorso pediatrico, parla di 144 richieste d’aiuto nelle ultime 24 ore, 46 delle quali in codice giallo, quindi mediamente gravi. «Siamo presi d’assalto da un po’ di tempo — spiega —, in queste condizioni abbiamo rallentamenti per le situazioni meno urgenti», ovvero i codici verdi e bianchi. «Le attese sono lunghe, si creano disagi. Tutto ciò non aiuta a lavorare con serenità e concentrazione». Anche al Buzzi gli spazi rischiano di essere insufficienti, tanto che in alcuni momenti della giornata l’atrio si trasforma in una terza sala d’accoglienza. «Ci stiamo confrontando con il primo anno di vero ritorno alla normalità, dopo la pandemia di Covid — aggiunge Zuccotti —. Il sistema immunitario dei bambini è disabituato a combattere i virus. Ma paghiamo anche le carenze dell’assistenza territoriale, che a sua volta ha criticità».
Pages: 1 2