Franceschini: «Schlein è la sinistra moderna. Nel Pd deve cambiare tutto. È l’ora di un’altra generazione»
di Maria Teresa Meli
L’ex ministro: sarà competitiva con il M5S, ma il dialogo con loro è positivo
Dario Franceschini, anche se lei ancora non lo ha mai dichiarato pubblicamente, si sa che sosterrà la candidatura di Elly Schlein. E in molti si chiedono: perché questa scelta da parte sua?
«Dopo
la pandemia e la guerra in Ucraina stanno cambiando tutti i punti di
riferimento attorno a noi. In Europa, nel rapporto tra Stati e mercati,
tra economia e ambiente, tra era digitale e diritti. Solo generazioni
nuove possono capire e interpretare veramente questa stagione».
E dunque?
«Dunque, Schlein ha 37 anni e
tutte le caratteristiche culturali e personali per essere la leader del
Pd in questo tempo nuovo. La generazione mia e di Bonaccini ha guidato
il partito ai vari livelli dalla fondazione nel 2007 ad oggi e ora è
giusto che lasci il passo».
Franceschini, ma con questa destra al
governo, il Partito democratico non avrebbe bisogno di una guida più
salda anziché tentare l’ignoto?
«In questo momento il Pd non ha
bisogno di continuità e tranquillità ma di un punto di frattura. La
destra, questa destra italiana così estrema, la si contrasta non
proponendo al Paese, come troppe volte abbiamo fatto, pressappoco le
loro stesse risposte con solo una spruzzatina di giustizia sociale in
più, ma facendo emergere tutte le differenze profonde sui valori e sui
modelli di società. Per questo serve un Pd più radicale nella proposta
politica, più netto e più coraggioso».
C’è chi ipotizza che questa operazione
Schlein, da lei supportata, sia in realtà un’operazione gattopardesca:
cambiare tutto perché nulla cambi…
«Purtroppo mi pare che la
tentazione prevalente sia ancora un passo più indietro: cambiare poco
perché non cambi niente. Altro che gattopardismo, Schlein deve cambiare tutto:
gruppi dirigenti, abitudini, rendite di posizione, respingendo
compromessi al ribasso, anche se a proporglieli fosse uno di noi che la
sosteniamo».
Arturo Parisi, uno dei padri fondatori
del Partito democratico, sostiene che due ex dc, cioè lei e il
segretario uscente Enrico Letta, stiano in realtà rifacendo il Pci.
«È veramente una notazione surreale. Schlein rappresenta la sinistra moderna, non c’è niente in lei del vecchio armamentario ideologico del 900».
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