Franceschini: «Schlein è la sinistra moderna. Nel Pd deve cambiare tutto. È l’ora di un’altra generazione»

 Franceschini, in compenso adesso sembra riemergere un passato ben più recente: un modello in cui il Partito democratico sta di nuovo appresso a Giuseppe Conte e al Movimento 5 Stelle…
  «No. Noi abbiamo iniziato il rapporto con i 5 Stelle che loro erano ancora una forza populista che era stata alleata con la Lega sovranista. Il percorso che hanno fatto con il Conte due e con il sostegno a Draghi li ha portati a spostarsi politicamente nell’area della sinistra. E noi dobbiamo chiederci: questo per il Pd è un fatto negativo o positivo?». 

Bene, e lei Franceschini che risposta si dà? 
«Che è un fatto positivo». 

Perché mai, scusi? 
«Perché sono venuti nel nostro campo, anche grazie a noi, e questo politicamente è un risultato. Dopodiché è naturale che stando così le cose si crei una competizione più diretta tra noi e loro. Ma può essere virtuosa. E sono convinto che Schlein da questo punto di vista sia molto competitiva con i 5 Stelle». 

Sembrerebbe che il Partito democratico stia dicendo definitivamente addio alla vocazione maggioritaria per cui è nato nel 2007… 
«La vocazione maggioritaria e l’obiettivo del bipartitismo spingevano il Pd a cercare di dare risposta e rappresentanza a tutto e a tutti. Si ricorda le critiche al “ma anche”? Questa stagione è finita: un partito che ora sta sotto il 20 per cento non può continuare a comportarsi come quando invece puntava a vincere da solo e deve invece caratterizzassi su alcune battaglie e sul dare voce ad alcune emergenze sociali». 

Ragion per cui voterete una leader che si è iscritta solo pochi giorni fa al vostro partito…
  «Non abbiamo forse detto che il Pd doveva aprire le porte? Se la candidatura di Schlein porta a far entrare nel Pd o a votare alle primarie migliaia di persone nuove o che si erano allontanate è positivo? O forse abbiamo paura di accogliere gente nuova perché altera gli equilibri? Io credo che non dobbiamo avere timori a riguardo: abbiamo anzi bisogno di alterarli, gli equilibri». 

Franceschini, ma lei non teme che, comunque andrà il congresso, il Pd sia ormai inevitabilmente destinato all’irrilevanza?
 «Sciocchezze. C’è un ampio campo di opposizione, le cui forze, inevitabilmente, si uniranno in alcune battaglie e il Pd in questo campo è una forza insostituibile». 

Sa che si dice sul suo conto? Che lei voglia manipolare Schlein…
«Solo chi non la conosce può pensare che si faccia manipolare da qualcuno! In queste osservazioni c’è peraltro un bel po’ di misoginia, c’è il retropensiero che una donna in politica debba sempre avere qualche uomo alle spalle che la manovra. Perché nessuno si fa la stessa domanda sui candidati uomini? La realtà è che di personalità come Schlein ne arriva una ogni 10 anni: lei può veramente cambiare il percorso del partito».

 Un’ultima domanda: i suoi detrattori dicono che stavolta lei, appoggiando Elly Schlein e non il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, non è salito come al solito sul carro del vincitore… 
«Questa volta è diverso, sono sul carro della vincitrice».

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