Inchiesta Soumahoro. La Procura accelera sugli illeciti della coop
Nell’inchiesta sulle cooperative della famiglia del deputato Soumahoro che gestivano l’accoglienza dei migranti in provincia di Latina, la procura ha avviato una serie di audizioni convocando alcune persone informate sui fatti. Si tratta di professionisti che hanno collaborato con Karibù e Consorzio Aid e di dipendenti che lavoravano nelle coop.
I magistrati inquirenti della Procura di Latina stanno provando in questi giorni a ricostruire tutta una serie di passaggi poco chiari emersi dalle carte dell’inchiesta e contenuti, in parte, anche nell’ordinanza che ha portato al sequestro preventivo di oltre 650 mila euro a tre indagati e alla loro interdizione per un anno dalle attività gestionali.
Gli inquirenti si stanno concentrando ora sulle ultime annualità, 2020 e 2021, della Karibù, la cooperativa gestita dalla suocera e dalla moglie del il sindacalista di origini ivoriane e deputato eletto con l’alleanza Verdi-Sinistra. Sono gli anni in cui le difficoltà economiche della coop sono esplose in modo deflagrante.
Tra i documenti contabili sono emersi atti giudiziari mossi da persone che non sono state pagate per i servizi effettuati. Tra esse, c’è un consulente aziendale di Gaeta, Emiliano Scinicariello, che è stato convocato nei giorni scorsi dai magistrati di Latina per essere ascoltato come persona informata sui fatti.
Scinicariello, ovviamente, non può dire molto rispetto al colloquio coi magistrati, che è coperto dal segreto istruttorio. Ma conferma il fatto «di aver avuto un incarico di consulenza da parte della Karibu che mi ha visto impegnato dal febbraio 2021 all’agosto dello stesso anno. Un incarico che non è stato retribuito». Da qui una ingiunzione di pagamento avanzata nei confronti della cooperativa. Una situazione che lo accomuna a diversi ex lavoratori che attraverso il sindacato Uiltucs hanno denunciato il fatto di non aver ricevuto gli stipendi per mesi.
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