Meloni: «Avanti sul presidenzialismo. Il Covid? Il governo si è mosso immediatamente»
di Monica Guerzoni
Meloni: tamponi e mascherine, no a privazioni della libertà. Tagliando per la giustizia, bene l’azione sulla prescrizione. Sul Pnrr la staffetta con il governo Draghi ha funzionato. L’Msi ha avuto un ruolo importante nella storia italiana. Se sarò alle celebrazioni del 25 Aprile? La risposta è sì
La prima conferenza stampa di fine anno di Giorgia Meloni è ancora in corso quando la manovra della destra ottiene il via libera al Senato. L’esercizio provvisorio è scongiurato e la premier si intesta il risultato: «È stata approvata con un giorno di anticipo rispetto ai governi precedenti». E le tensioni, i dietrofront, gli scontri nella maggioranza? «Ricordo dibattiti molto più accesi. Al di là delle divergenze, la nostra volontà è lavorare bene e mantenere gli impegni». Cosa che Meloni ritiene di aver iniziato a fare, convinta che il suo governo non sia «le sette piaghe d’Egitto».
La maggioranza
La prima donna italiana a Palazzo Chigi conferma come «prioritaria» la riforma costituzionale per il semipresidenzialismo francese e rivendica tutte le scelte «di destra» dei primi 70 giorni, anche le più controverse: tregua fiscale, stretta su Ong e migranti, flat tax, rateizzazione per le società di calcio, contrasto dei rave party, smantellamento del reddito. Ce la farà, con una maggioranza litigiosa? «Mi fido dei miei alleati al governo — smentisce problemi con Salvini e Berlusconi —. Al di là di un dibattito naturale, c’è una visione comune. Abbiamo approvato la legge di bilancio e non era facile. Il clima è positivo, non posso lamentarmi». Tra le priorità del 2023 c’è la legge sulla giustizia invocata da Berlusconi e qui Meloni apprezza l’ordine del giorno per chiedere il ritorno della prescrizione a com’era prima della riforma Bonafede e rivendica la scelta dell’«ottimo» Guardasigilli, Nordio: «La giustizia ha bisogno di un tagliando. Serve un governo coraggioso e a noi il coraggio non ci difetta». Il coraggio, ad esempio, di difendere il presidente Ignazio La Russa, del quale le opposizioni chiedono le dimissioni per un post che celebrava i 76 anni del Msi. «Un partito che ha avuto un ruolo molto importante nella storia di questa nazione e che è sempre stato chiaro sulla lotta all’antisemitismo — rivendica il legame Meloni —. Perché ora deve diventare impresentabile? Non mi piace questo gioco al rilancio per cui si deve sempre cancellare di più». E lei presidente, sarà alle celebrazioni del 25 Aprile? «La risposta è sì».
Il rapporto con Draghi
Gli chiedono del predecessore e Meloni non si sottrae.
Ride, poi ammette di «sentire chiaramente il peso» del confronto e la
cosa la affascina: «A me non è mai piaciuto vincere facile, mi stimolano
le persone capaci e autorevoli e Draghi lo è. Non direi mai che si può fare meglio,
ma si può fare bene». Ad esempio, spendendosi «in prima persona» per la
conquista di Expo 2030: «Ce la mettiamo tutta. È una grande occasione
per Roma e per l’Italia e non ci daremo per vinti». E una grande
occasione per la destra, sembra dire Meloni, sono le Regionali di febbraio in Lombardia e Lazio: «Elezioni importanti. Sono un test politico e la migliore campagna elettorale è mettercela tutta al governo».
Il Covid
Dalla Cina il Covid è tornato a terrorizzare il mondo. Meloni boccia lockdown e green-pass, assicura che il governo si è «mosso immediatamente» e rilancia la necessità di una decisione europea sui tamponi in aeroporto: «Il ministro Schillaci ha dato messaggi tranquillizzanti, dal sequenziamento dei primi 15 casi si tratta di varianti Omicron già presenti in Italia». Come proteggerete gli italiani? «Sono utili i controlli, i tamponi e le mascherine» e nascerà un osservatorio sul Covid. «Ma il modello di privazione delle libertà non mi è parso così efficace, la Cina lo dimostra». Dei vaccini non parla finché non le viene chiesto: «Abbiamo fatto una campagna che invita alla vaccinazione anziani e fragili». E per gli altri? «Direi di chiedere al medico e a chi ne sa più di me».
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