Bollette del gas, quando caleranno? A febbraio la svolta, prezzo già ai minimi
di Gianluca Mercuri
A luglio, l’Arera ha deciso di
cambiare cadenza e metodo di tariffazione del gas, separandoli da quelli
della luce: anziché bollette trimestrali «ex ante», arrivano bollette
mensili «ex post». La tariffa del gas viene stabilita il secondo giorno
lavorativo del mese successivo a quello di riferimento. Quindi ieri, 3
gennaio, si è decisa la tariffa in base a prezzi e consumi di dicembre.
Quella in base ai prezzi di gennaio, che dovrebbe riflettere il calo del
prezzo del gas al Ttf e quindi essere meno cara, sarà stabilita il
secondo giorno lavorativo di febbraio, ovvero il 2.
1) Qual è l’obiettivo di questa variazione?
L’obiettivo
è intercettare subito tutte le iniziative, a livello sia nazionale sia
europeo, che mirino a contenere i prezzi del gas.
2) Ma allora perché il prezzo del gas è calato e le bollette no?
Lo ha spiegato il presidente di Arera, Stefano Besseghini, a Fabio Savelli:
«Il prezzo è sceso solo a partire dal 17-18 dicembre, mentre nella
prima metà del mese il valore si è tenuto strutturalmente alto attorno
ai 135-140 euro a megawattora».
domande e risposte
3) Quindi le prossime bollette saranno meno care?
Tenendo
conto che il prezzo è sceso fino ai 76,3 euro a megawattora di ieri sul
mercato europeo di riferimento, il Ttf di Amsteram, Besseghini propende
per il sì: «È presumibile che se i prezzi si dovessero mantenere sui
livelli attuali il mese di gennaio farà registrare una diminuzione delle
tariffe». L’importante è che stia sotto gli 80 euro a megawattora.
4) Vuol dire che il nuovo sistema di calcolo sta funzionando?
A
quanto pare sì, altrimenti il rincaro riferito a dicembre sarebbe stato
ancora maggiore. Lo si è evitato, spiega Besseghini, proprio «perché
abbiamo introdotto a luglio un nuovo metodo che aggiorna mensilmente le
tariffe calcolando la media dei 30 giorni precedenti agganciandolo alla
componente gas a copertura dei costi di approvvigionamento. Mentre prima
questo avveniva su base trimestrale per cui l’impatto sul cliente non
era immediato».
5) Cos’è il mercato tutelato?
È quello in cui le condizioni economiche e contrattuali sono regolate dall’Arera. Originariamente, la fine del mercato tutelato era prevista per il 1° gennaio 2023, ma il governo Meloni l’ha prorogata di un anno, allineandola alla scadenza fissata per il mercato elettrico. Attualmente, le famiglie ancora in condizioni di tutela-gas sono circa 7,3 milioni su un totale di 20,4 milioni, poco meno del 36%.
6) E cosa succede a chi è nel mercato libero?
Si
tratta di 13 milioni di utenze, il 64% del totale. Ancora Besseghini:
«Dipende dal tipo di contratto stipulato con l’operatore, se incorpora
un prezzo fisso o variabile, o se, come è nella stragrande maggioranza
dei casi, quel prezzo è indicizzato a un listino, come il Psv italiano o
il Ttf olandese. Ci sono clienti, tra questi milioni di italiani, che
stanno usufruendo di prezzi più bassi del mercato, altri che invece sono
rimasti scottati. Ma è chiaro che se il prezzo scende sul mercato sono i
primi a giovarsene in bolletta».
7) Il clima conta?
Conta,
eccome: «Le temperature miti di queste settimane ci stanno aiutando
molto di più della geopolitica. Nelle prime due settimane di dicembre le
temperature erano più rigide e il prezzo del metano era alto perché gli
operatori di mercato non potevano escludere che restasse tale. Poi sono
salite e ora il grande lavoro fatto sugli stoccaggi di metano ci
permette di essere relativamente più sereni. Perché abbiamo i depositi
pieni di gas all’84%, l’anno scorso in questo stesso periodo eravamo al
68%. Se le temperature restassero queste potremmo non intaccare troppo i
depositi». E i riflessi positivi sui prezzi sarebbero quasi automatici.
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