Benedetto XVI, i funerali di papa Ratzinger in diretta | Piazza San Pietro è già piena di fedeli
Nel pomeriggio, mentre le Memores si erano già recate a Castel Gandolfo, con don Alfred controllammo che nell’Appartamento pontificio fosse tutto in ordine. Poco prima delle 17, demmo con Benedetto un ultimo sguardo a quelle stanze e quindi scendemmo con l’ascensore Nobile. Fu un addio, devo riconoscerlo, che mi fece soffrire e mi colpì nell’intimo, al punto che non potei far altro che lasciar libero corso alle lacrime. Al piano terra c’erano i due cardinali vicari per la diocesi di Roma e per la Città del Vaticano, Agostino Vallini, che si accorse del mio turbamento e cercò di confortarmi, e Angelo Comastri, che disse a Benedetto di aver pianto, ricevendo come risposta un tranquillizzante: «Un Papa va e un Papa viene, l’importante è che Cristo c’è». In attesa per un saluto, nel cortile di San Damaso, c’erano i responsabili della Segreteria di Stato e altri fra i principali collaboratori del Pontefice, mentre la Guardia svizzera era schierata con il picchetto d’onore. Ma tutt’intorno si erano radunati moltissimi dipendenti vaticani, che con un intenso applauso espressero il loro affetto. Poi tutto si svolse molto rapidamente, mentre sull’account @Pontifex di Twitter, inaugurato nel dicembre del 2012, compariva il suo ultimo messaggio: «Grazie per il vostro amore e il vostro sostegno. Possiate sperimentare sempre la gioia di mettere Cristo al centro della vostra vita».
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Ore 07:38 – Parolin: «Ha fallito chi pensava di approfittare dei due Papi per creare confusione»
(di Gian Guido Vecchi) «La contingenza storica che ha visto convivere nello stesso tempo due Successori di Pietro ha configurato per la Chiesa una situazione istituzionale inedita, che poteva anche essere delicata. Qualcuno magari ha pensato di approfittarne, e magari ci ha anche provato, per spargere confusione. Ma non è riuscito nel suo intento…». Il cardinale Pietro Parolin, 67 anni, segretario di Stato vaticano, racconta di questi anni unici nella storia della Chiesa.
Perché chi voleva creare confusione non ci è riuscito, eminenza? «Per la fede del Papa e del Papa emerito e per le preghiere del Popolo di Dio, che li ha sempre abbracciati e sostenuti tutti e due. La fede del Popolo di Dio è sempre connotata da un affetto istintivo nei confronti del Successore di Pietro. Fa parte di quello che la Chiesa riconosce come il sensus fidei, l’istinto della fede, di cui tanto ci ha parlato Joseph Ratzinger e continua a parlarci papa Francesco. Ricordo che il cardinale Joseph Ratzinger riconosceva quella che lui definiva la “funzione davvero democratica” del Magistero ecclesiale, chiamato a volte anche a proteggere tutti i battezzati dalle operazioni di parte».
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