Migranti, lo schiaffo svedese
Flavia Amabile
ROMA. Non ci sarà una riforma sull’immigrazione prima del 2024. Una dura lezione di sovranismo viene impartita ai sovranisti al governo in Italia. «Faremo sicuramente avanzare il lavoro con tutta la forza» ma «non ci sarà un patto migratorio completato durante la presidenza svedese», ha spiegato Lars Danielsson, rappresentante svedese presso la Ue in un’intervista rilasciata al Financial Times nel giorno di inizio del semestre europeo guidato da Stoccolma, a proposito di un accordo a livello europeo sulla ripartizione dei migranti. Danielsson ha aggiunto che un accordo non sarà raggiunto prima della primavera del 2024.
La presa di posizione del governo svedese di destra da poco formato lascia, quindi, l’Italia e gli altri Paesi del Mediterraneo a gestire da soli i flussi provenienti dal Nord Africa. E ha costretto il governo a mostrarsi pienamente in grado di gestire il colpo e che non ci si trova di fronte a una rottura ma rientra in un clima di collaborazione anche se Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, a metà dicembre al Consiglio Europeo aveva chiesto una risposta europea a un tema centrale per Italia ma un problema europeo e che come tale va affrontato.
La prima risposta arrivata dall’Ue, quindi, è che tutto continuerà secondo il sistema attuale almeno ancora per un anno. Dal Viminale fanno sapere che l’annuncio non è una sorpresa, perché nessuno si aspettava che una riforma di questo tipo possa avvenire in tempi rapidi.
Il compito di esprimere la scelta del governo di evitare polemiche viene affidato al ministro per gli Affari europei, la Coesione e il Pnrr Raffaele Fitto. L’ex europarlamentare conosce bene gli ingranaggi dell’Ue e nello scontro con la Francia sui migranti dell’autunno scorso, pur ribadendo le posizioni del governo Meloni, si è adoperato per non esasperare la tensione. Quella della Svezia – spiega – «non è una posizione contro uno Stato membro specifico, il dossier della riforma strutturale dell’asilo è molto complesso».
Quello che più crea difficoltà è lo scontro tra politico tra sovranisti, uno schiaffo ricevuto da un partito alleato. Il governo di Stoccolma è presieduto dal moderato Ulf Kristersson e si regge anche sull’appoggio esterno del partito sovranista Svedesi Democratici, il secondo più ampio nel Parlamento svedese, e una formazione che, in Europa, siede nel gruppo dei Conservatori e Riformisti, lo stesso di Fdi. E’ stato facile, quindi, per diversi esponenti dell’opposizione in Italia, sottolineare il paradosso . Come ha avvertito la deputata di Azione-Iv Daniela Ruffino, si è trattata di «una lezione di sovranismo ai sovranisti» perché – ha sottolineato – questo è «il succo dell’europeismo in salsa sovranista: ognuno per sé e Dio per tutti. La Svezia, al pari dell’Italia, ha un governo di destra. Chi pensa di costruire la solidarietà europea con certe forze politiche prima o poi dovrà rendersi conto che è impossibile. Gli amici svedesi di Meloni e Salvini lasciano l’Italia con il cerino in mano».«A fare i sovranisti trovi sempre qualcuno più sovranista, che difende solo gli interessi del proprio Paese», ha commentato anche l’ex ministro per gli Affari Ue. il deputato Pd Enzo Amendola. Critiche che il governo respinge. Secondo Raffaele Per Fitto, le parole di Danielsson «non possono in alcun modo essere strumentalizzate politicamente a livello nazionale». Il rappresentante svedese presso la Ue ha anche ridimensionato la possibile influenza dei Democratici Svedesi sulle scelte di Stoccolma nel semestre di presidenza. «Probabilmente – ha detto . ci sono argomenti tabù per loro ma io ricevo istruzioni dal governo». E nel loro governo non ci sono ministri sovranisti.
Pages: 1 2