Padre Georg, nuove rivelazioni: «Francesco non ascoltò Ratzinger sulla propaganda gender». Bergoglio: «Silenzio e umiltà, non credete a false notizie»



Ma papa Francesco non si limita ai moniti. E quasi a bloccare il chiacchiericcio su sue ipotetiche dimissioni (più semplici ora che non c’è più Ratzinger e i papi non dovrebbero diventare tre, dice chi le auspica) riprende in mano con vigore le redini decisionali. Rivoluziona la sua diocesi, quella di Roma. E commissaria, di fatto, il cardinal vicario Angelo De Donatis: «Non intraprenderà iniziative importanti o eccedenti l’ordinaria amministrazione senza aver prima a me riferito», dispone. La linea la detta da subito nella Costituzione Apostolica. Ed è una sterzata verso una «conversione missionaria e pastorale» per «non lasciare le cose come stanno».

«La Chiesa perde la sua credibilità» avverte «quando i suoi membri, talvolta anche coloro che sono investiti di autorità ministeriale, sono motivo di scandalo con i loro comportamenti infedeli al Vangelo», rimarca il papa. Senza citare il caso del gesuita Marko Rupnik, accusato di abusi da diverse suore. E auspica una Chiesa di Roma che sia «per tutte le altre, testimone del fatto che nessuno deve essere escluso». Con particolare impegno «nell’accoglienza dei tanti rifugiati e migranti». E conclude: «Sogno una trasformazione missionaria che coinvolga integralmente le persone e le comunità, senza nascondersi o cercare conforto nell’astrattezza delle idee».

Ma è sulle idee che si consuma lo scontro tra le «opposte tifoserie», come le chiama padre Georg. Lui, nel libro, ricostruisce le diverse visioni di Francesco e Benedetto. Prima fra tutte quella su come affrontare la «propaganda sulla filosofia gender».

Lo scrisse Ratzinger a Bergoglio. D’accordo con il papa che bisognasse «trovare un equilibrio tra rispetto della persona e amore pastorale e dottrina della fede» ammonì che «la filosofia gender insegna che è la singola persona che si fa uomo o donna. Non interessa il bene della persona omosessuale ma di una voluta manipolazione dell’essere». «So che molti omosessuali sentono di essere pretesto per una guerra ideologica. Perciò una resistenza forte e pubblica è necessaria», scrisse Benedetto.

E Gänswein annota: «Richieste specifiche di osservazioni non sono più arrivate».

CORRIERE.IT

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