Quell’odio tra i vicini che si uccidono in ruspa

Il bagliore di fuoco e i duellanti hanno al fine perso, uno per sempre, l’altro condannato dalla giustizia e dal ricordo implacabile dell’omicidio compiuto. Rimane la ruspa conficcata simbolo di un fallimento antico e contemporaneo: la fine della parola, l’elezione di una contrapposizione muta che passa per l’oblio forzato dell’altro, la sua definitiva cancellazione. “Delenda Carthago” inveiva Marco Porcio Catone, lamentava Franco Battiato. Siamo fermi lì, a “celebrare riti di sangue”. Casa e corpo, materia senza spirito, l’universo maschile si consegna ancora e solo a questo? I duellanti dicono molto di più di una tragedia forse prevedibile, parlano di un’arcana impotenza che non dobbiamo chiamare follia.

LA STAMPA

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