Boom di sbarchi ma la Svezia dice no ai ricollocamenti. Il piano Piantedosi

Di fronte all’ondata, che non si ferma, l’ambasciatore svedese presso l’Unione europea, Lars Danielsson, ribadisce che «non c’è una scadenza nell’estate» per l’accordo sulla migrazione «abbiamo tempo fino al primo trimestre del 2024». La Svezia che per sei mesi ricopre la presidenza Ue non intende prendere «alcuna iniziativa sulla questione ricollocamenti». Secondo Danielsson «quello che faremo da subito sarà lavorare con maggiore forza sulla dimensione esterna della migrazione», al centro del Consiglio europeo del 9 e 10 febbraio. Il riferimento è al regime dei visti e il sistema di preferenze con i paesi di partenza che accetteranno di riprendersi i clandestini.

L’Italia sarà costretta a fare da sola e il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, sta cercando di riequilibrare il peso dell’aumento del flusso migratorio. «È necessaria un’equa distribuzione su tutti i luoghi di possibile sbarco con l’obiettivo di sgravare il più possibile la Sicilia e la Calabria che non devono diventare il campo profughi d’Europa» ha dichiarato ieri dopo il vertice in prefettura ad Agrigento. «Questa è la provincia che si fa maggiore carico dell’accoglienza dei migranti. Sono 1250 quelli accolti stabilmente. Per questo di recente abbiamo mandato altrove le navi delle Ong» ha spiegato il ministro. E sui piagnistei per il mare ondoso che renderebbe arduo raggiungere porti lontani come Ancona ha ribadito che Ocean Viking e Geo Barents «sono navi di stazza importante, in passato si sono trattenute in mare per 2-3 settimane in condizioni meteo simili a queste, non sono proibitive». Durante il vertice Piantedosi ha raccolto «il grido di allarme del sindaco di Lampedusa. Ci ha fatto presente che in pochi giorni i migranti hanno un costo, in termini di produzione di rifiuti, quantificato in quello che che l’intera popolazione raggiunge in un anno».

IL GIORNALE

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