L’infamia di Khamenei, in Europa siamo libere
Pegah Moshir Pour*
Le donne schiave sono quelle occidentali, sostiene la Guida Suprema dell’Iran Ali Khamenei dal vertice di quella teocrazia che sta massacrando le sue figlie più coraggiose. Secondo Khamenei, sarebbe la libertà la causa del potere economico e sociale che l’uomo esercita sull’altro sesso. Leggo e provo profonda vergogna. Per il linguaggio in primo luogo, perché è ancora e sempre un uomo a parlare del corpo, della mente, del futuro, della vita di una donna. Ma soprattutto per la fonte da cui proviene questa frase: «Donne occidentali sfruttate e mal pagate» pontifica quel regime che da tre mesi reprime nel sangue la rivoluzione scoppiata nel nome di Mahsa Amini, ammazzata per una ciocca di capelli ribelle all’hijab.
È vero, nel mondo non c’è ancora piena parità di genere né sul piano dei salari né su quello culturale. Non c’è quasi da nessuna parte. Ma è forse da Teheran che in queste ore possiamo prendere una lezione del genere?Ma davvero? Dobbiamo ascoltare la reprimenda di un governo che insegue le attiviste e gli attivisti fin dentro casa, che arresta, che impicca, che copre lo stupro utilizzato dalle forze dell’ordine per piegare la resistenza delle ragazze e delle loro famiglie? Leggo e prova profonda vergogna ma sono contenta che quantomeno il mondo legga oggi con me e veda con i propri quello che è nella realtà dei fatti il dispotismo della teocrazia iraniana. Le parole della Guida Suprema non sono casuali e non sono nuove per noi iraniani che, in patria come nella diaspora, le sentiamo ripetere ogni giorno da quasi mezzo secolo: sulla tv di Stato, sui giornali, nei discorsi dei politici di ogni rango. La misoginia è la cifra del potere degli ayatollah e della intera galassasia più o meno religiosa di cui si circondano.
Sin dall’inizio, nel 1979, la Repubblica islamica dell’Iran ha negato, tra le altre cose, la possibilità di utilizzare metodi anticoncezionali privando le donne di un controllo diretto sul proprio corpo: l’intenzione era quella di ritagliare un ruolo totalmente domestico e prono alle iraniane fino a quel momento colte ed emancipate. Da quando in Iran non si trovano più preservativi la popolazione è triplicata: ma questo, che per il clero sciita voleva essere uno strumento di sottomissione si sta ritorcendo contro il regime come un boomerang. Quella iraniana è infatti ormai una società molto giovane e sono proprio i giovani ad essere usciti di casa tre mesi fa sotto la spinta delle loro compagne – sorelle, figlie, mogli, madri – e a non voler più tornare indietro.
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