L’infamia di Khamenei, in Europa siamo libere
L’ultima volta che sono stata in Iran sono salita sull’autobus e mi hanno intimato di non sedere in prima fila ma di spostarmi in fondo. Quando ho chiesto perché, mi è stato risposto che davanti avrei potuto distrarre l’autista. Un pensiero che è la messa a terra delle parole pronunciate ieri da Ali Khamenei. Ma è come se stavolta quell’invettiva suonasse meno potente, un colpo di coda. Molto sta cambiando in Iran nonostante la reazione violentissima del regime. Le donne occidentali non sono schiave, cara Guida Suprema, ma non sono disposte a esserlo più neppure quelle iraniane: shirzan si dice in farsi per dire il coraggio di una leonessa. Il tempo è scaduto. Non ci siederemo più in fondo all’autobus. *Attivista per i diritti umani e digitali
LA STAMPA
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