Mangiamo insetti senza saperlo: il nostro viaggio tra gli scaffali del supermercato
In Italia, dove pochi mesi fa è stato vietato un altro colorante l’ E171 (biossido di titanio) impiegato negli alimenti e negli integratori perché tossico, il loro uso è autorizzato perché secondo un’indagine condotta molti anni fa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità non viene riportata alcuna evidenza cancerogena o mutagena. Rimarrebbe un possibile rischio di eccesso di eccitazione nei più piccoli, anche non ci sono certezze in questo senso.
Tutte le sigle indicate compresa l’E120 che rimanda alla cocciniglia, secondo la Guida del consumatore sarebbero attenzionate per “i loro eventuali effetti collaterali”.
Per quanto riguarda il carminio questi ultimi non sarebbero pesanti ma soprattutto legati ad allergie alle proteine degli insetti.
L’importante, ripetiamo, è che ci siano sempre e comunque indicazioni chiare che tutti per poter scegliere liberamente siano informati. Quasi tutte le persone intervistate nei supermercati invece non lo sono anche perché non c’è l’abitudine di leggere le etichette che, d’altra parte, oltre ad essere scritte a volte in caratteri davvero minuscoli non si riescono ad interpretare. Si mostrano assai sorprese nell’apprendere che, per esempio, nel loro sacchetto della spesa potrebbero esserci “prodotti insettivori”. Meravigliato è Marzio Barbosa, designer di gioielli brasiliano in Italia da 20 anni che ammette: “No, non me lo aspettavo. Vorrà dire che farò più attenzione. Magari mangiare insetti è solo una questione di abitudine. Che per ora io non ho. Se ce ne sarà bisogno, in caso di emergenza ci adegueremo”. Poi ricorda che in Brasile da piccolo nella grande villa del nonno vedeva delle grosse formiche che in tanti prendevano e cucinavano: “Era l’uso di molte etnie indigene”.
Fra gli habitué dello shopping in carrello uno che non si meraviglia c’è. “Si lo so, la cocciniglia è sempre stata usata per bibite rosse, prima anche per il Campari – risponde Diego Funaro, autista aziendale 42enne intento a fare la spesa nell’ultimo fine settimana di feste -. Credo vada segnalata bene perché i vegani possano saperlo. Non sono contrario pregiudizialmente agli insetti negli alimenti. Basta che non finiscano nei nostri prodotti tradizionali. Per esempio la farina di grillo nella pasta di grano, proprio no…”.
Niente pregiudizi anche per la casalinga Alba Brauzi che, insieme a suo marito Ezio sta cercando le cose essenziali per preparare la cena: ” Non sono sfavorevole a priori. Abbiamo mangiato rane, lumache. Fa tutto parte della natura. E io sono aperta alla natura se questo può aiutare il pianeta. Ma dobbiamo essere informati, sempre. Su qualsiasi cosa che mettiamo in tavola”.
LA STAMPA
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