Dal Msi ai migranti: la destra e il fascismo che ritorna

Sembra una storia nuova perché fino ad ora molti italiani si erano prudentemente astenuti. Ma adesso che una massa (che cresce ancora) ha assicurato il suo sostegno a un partito dotato di comando unico, di regime fuori dalla Costituzione, del progetto di un nuovo tipo di presidente, mentre c’è un presidente in carica e all’inizio del mandato, la storia italiana si rimette in movimento verso l’ubbidienza, la lode al capo, e i confini che devono restare inviolabili (benché minacciati da nessuno, salvo profughi in transito che vorrebbero non morire), ottimo pretesto per dimostrare che in Italia, Paese senza legalità e incline ad abolire percorsi legali, i non legali non entrano perché non esistono.

L’estrema destra ha sempre voluto le sue vittime come prova del successo, e adesso può esibirne due gruppi: quelli che muoiono in mare, compresi donne e bambini, e quelli che questa Italia consegna alla Libia (spesso con barche italiane sottratte alle operazioni di salvezza) per essere assegnati alle gabbie di tortura.

Qui occorre introdurre una constatazione tremenda. Non c’è stato nessuno, fra i confusi schieramenti politici italiani opposti alla destra, che si sia assunto la difesa dei migranti in fuga, non di quelli affogati, non di quelli salvati da barche umanitarie, considerate già allora, per questi salvataggi, “pirate”. Ben prima della installazione del regime (che discende dal Msi che discende da Salò, come dice bene La Russa) trovate l’immagine di una Italia ottusa, che avrebbe bisogno di più esseri umani per sopravvivere, ma li butta in mare.

Non togliamo però i meriti che spettano alla solida installazione del regime di destra. Qui la lotta ai migranti non è più un sotterfugio di chi finge solidarietà e poi toglie la barca. Qui, adesso, è un grande principio fuori Costituzione, che autorizza le guardie di regime a chiudere i confini come conferma di forza e di grandezza. Come vedete il pensiero liberatorio del bambino bloccato dal fascismo (“ci sarà un dopo”) è restato in sospeso, nel cielo invernale di guerra.

REP.IT

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