Accise, resa di Meloni: “La realtà è cambiata, aiuti ai più bisognosi”

Secondo Meloni è un abbaglio e una «strumentalizzazione», perché quel passaggio del programma assicurava sì un taglio ma «solo in caso di maggiori entrate». La proposta di FdI prevedeva di «sterilizzare gli incassi dello Stato», e, con le conseguenti risorse, di ridurre le imposte sui consumi e sulla benzina. Ma la difesa di Meloni non finisce qui. Perché in un altro passaggio che, stando ai suoi collaboratori ha voluto inserire «per amore di verità», la premier sostiene di non aver alzato le accise «ma di aver confermato la decisione del precedente governo di non rinnovare» lo sconto. Sposta la responsabilità su Draghi, che si era limitato a prevedere una scadenza per quella misura e lasciato all’esecutivo Meloni la scelta politica di prorogarla o affossarla. Il governo di destra ha optato per la seconda strada. E la premier spiega perché, elencando tutte le misure (sforbiciata al cuneo, aiuti alle famiglie e alle piccole imprese, interventi sulle bollette) che assieme agli alleati ha preferito anticipare in manovra, usando i 10 miliardi l’anno che sarebbero costati gli sconti sulla benzina per tutto il 2023. Meloni parla di «giustizia sociale», di un taglio che, se fosse rimasto, avrebbe agevolato «anche chi ha l’auto di lusso».

L’impatto della scelta del governo sull’opinione pubblica però resta enorme. E ha incrinato anche la compattezza della maggioranza, con Forza Italia e Lega che sarebbero pronti a un parziale ripensamento, convinte che li provvedimenti varati – esposizione del prezzo medio e bonus – non siano sufficienti. La premier però non vuole tornare indietro. Piuttosto rilancia «su un taglio più strutturale», da realizzare «nell’arco della legislatura», garantisce il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari. «Sono ancora convinta – aggiunge Meloni – che sarebbe un’ottima cosa».

Nel frattempo la leader di FdI lavora per scongiurare lo sciopero evocato dai benzinai, e ha dato mandato ai tecnici di rifinire il decreto approvato in tutta fretta martedì. Che oggi potrebbe tornare al centro di una nuova riunione dei ministri a Palazzo Chigi

LA STAMPA

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