Cattura Matteo Messina Denaro, il colonnello Arcidiacono: «L’ho visto e non ho avuto dubbi»
Nessuna
fuga o resistenza. «Appena ha visto che c’era confusione e il traffico
bloccato è solo tornato indietro sulla stessa stradina, ma anche
dall’altra parte c’erano i miei uomini». E poi la scena che scioglie
ogni dubbio. «Quando l’ho visto l’ho riconosciuto subito, la somiglianza con le foto segnaletiche è impressionante.
Mi sono qualificato e gli ho detto se era Messina Denaro. E lui: “Lo sa
bene chi sono io”. Poi ce l’ha confermato in modo esplicito». Ha avuto
la sensazione che anche lui la conoscesse? «Non lo so». Ma ricorda bene
come ha reagito. «Sembrava una persona completamente diversa rispetto
allo stereotipo del mafioso. Parla abbastanza bene, ha un tono di voce
molto calmo e pacato. Gli abbiamo dato dell’acqua e gli abbiamo chiesto
se aveva bisogno di mangiare qualcosa per prendere le medicine. Ci ha
risposto che non ne aveva bisogno».
Allo spietato criminale sono state risparmiate le manette. «Ci sono delle regole e vanno rispettate — dice Arcidiacono —. Altrimenti non facciamo il nostro lavoro. Lui ci ha pure ringraziati per come lo abbiamo trattato e forse si è reso conto anche del gran lavoro fatto per catturarlo». La soddisfazione del colonnello Arcidiacono fa a gara con la riconoscenza per i suoi uomini. «In particolare dedico questo successo al nostro maresciallo…». Il riferimento è a Filippo Salvi, morto a Bagheria nel 2007 a soli 36 anni. Precipitò da una collinetta mentre stava piazzando una telecamera. «Non era una delle tante indagini — si commuove Arcidiacono —, era proprio finalizzata alla cattura di Messina Denaro».
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