Nuova Zelanda, la premier Jacinda Ardern annuncia le dimissioni in lacrime

Non è un caso, dunque, che nel discorso in cui ha annunciato le sue dimissioni, il 19 gennaio, abbia anche chiesto al suo compagno di una vita Clarke Gayford di «sposarci, finalmente». Ha anche promesso alla figlia Neve «di essere finalmente lì con te ora che cominci la scuola», e dichiarato di voler passare «più tempo con la mia famiglia: evidentemente sono loro che hanno fatto i maggiori sacrifici in questi anni».

E anche le sue dimissioni, proprio come il piglio «femminile» nella gestione del potere che spesso le è valso il plauso internazionale, hanno il sapore di una rivoluzione culturale. Irrituali nella grammatica politica classica, «lasceranno, lo so già, spazio a un ampio dibattito su quali fossero le mie vere ragioni», ha detto Ardern. «Ma il punto è che anche i politici sono umani. Facciamo tutto quello che possiamo per tutto il tempo che possiamo, e poi a un certo punto è ora di andare. Ecco, per me è ora».

La notizia ha terremotato i laburisti, la premier era al ritiro del caucus del partito a Napier quando ha annunciato l’addio in conferenza stampa: «Sono rimasti sorpresi, ma mi hanno capita — ha poi spiegato lei — . Se non ho quello che serve, devo lasciare che qualcun altro si occupi di questo lavoro». Domenica i Labour terranno una votazione per un nuovo leader e un nuovo candidato primo ministro. Ardern si è detta convinta che la sua squadra sia perfettamente in grado di portare avanti il Paese e vincere le prossime elezioni: «Non me ne vado perché credo che non possiamo vincere le elezioni, ma perché credo che possiamo e lo faremo». Nessuno «scandalo segreto» dietro le sue dimissioni, assicura, ma una scelta personale e di vita: «Sono umana. Diamo il più possibile il più a lungo possibile e poi arriva il momento. E per me è questo il momento. Renderei un cattivo servizio ai neozelandesi se continuassi».

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Jacinda Ardern con il compagno Clarke Gayford al termine della conferenza stampa (Getty Images)

Poi le parole dedicate alla famiglia. Dopo aver ricordato il supporto costante di chi l’ha sostenuta in questa difficilissima decisione, si è rivolta direttamente al compagno Clarke Gayford, che era lì ad aspettarla. Prima, un pensiero alla figlia: «A Neve, la mamma non vede l’ora di essere lì quando inizierai la scuola quest’anno. E a Clarke, sposiamoci». Alla piccola delle dimissioni non aveva detto niente: «I bambini di 4 anni sono chiacchieroni, non potevamo correre il rischio». Per quanto riguarda le nozze, la premier era stata costretta ad annunciare il rinvio a gennaio di un anno fa a causa delle restrizioni decise dal suo governo per contrastare la nuova ondata di Covid-19 in Nuova Zelanda. Sollevata, al termine della conferenza stampa, Ardern ha abbracciato il compagno e lasciato con lui, sorridendo, la sala. Vorrebbe che i neozelandesi la ricordassero — ha detto — «come qualcuno che ha sempre cercato di essere gentile» e ha voluto sottolineare che uno dei suoi più grandi privilegi «è stato lavorare con i Māori».

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La premier Ardern e il compagno Gayford a Napier (Epa)

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