Il fumo fa male, ma all’aperto solo a me
Cos’è che, esattamente, si vuole vietare? Che qualcuno fumi addosso a un bambino? Difficile, però, immaginare che una fumatrice o un fumatore che conosca l’ABC dell’educazione e del rispetto sputi il fumo in faccia a una donna incinta o a un bambino o anche a qualsiasi altra persona gli sia accanto (a parte nei bunker degli aeroporti dove per forza di cose ci si trova gli uni addosso agli altri e dove, appunto, ho smesso da tempo di recarmi). E quindi? È forse per l’esempio? Certo, l’esempio che si dà, quando si fuma, è pessimo; ma che cambia se ci si allontana di qualche metro? E poi, francamente, pure questa storia dell’esempio trova il tempo che trova – a cos’è servito, nel mio caso, il fatto che mio padre costringesse mia madre a non fumare mai davanti ai figli e che lui stesso non abbia mai fumato? A un certo punto della mia vita, ho iniziato a fumare, mentre mio fratello – stessa educazione, stessa famiglia, stesse scuole – il “vizio”, come piace a tanti chiamarlo, non l’ha mai preso. E poi anche basta con questa storia del vizio! la morale, con le sigarette, c’entra poco. Il fumo è una dipendenza e, come sempre nel caso delle dipendenze, uscirne è un casino, anzi, direi che è quasi impossibile, a meno che non ci si accontenti di “cambiare oggetto” della dipendenza, e passare, ad esempio dal fumo all’alcol, e poi dall’alcol al cibo, e poi dal cibo al sesso, e poi dal sesso al lavoro… Vabbè. So già che pioveranno critiche a palate. E che mi arriveranno mille messaggi con in oggetto: VERGOGNA. Ma va bene lo stesso. Tanto lo cantava già De André molti anni fa: “Si sa che la gente dà buoni consigli, se non può più dare cattivo esempio”.
LA STAMPA
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