Il Pd ci casca ancora: “Nel Lazio gli elettori M5S usino il voto disgiunto”
Il Partito democratico ci è cascato di nuovo: il voto disgiunto continua a essere visto come una sorta di ancora di salvataggio, un ultimo appiglio per ottenere chissà quale risultato positivo. In realtà, come già dimostrato da alcuni precedenti politici di rilievo, rappresenta uno strumento fallimentare se viene fatto passare come mossa della disperazione. Eppure il Pd si ostina a evocarlo, anche in vista delle elezioni regionali che si terranno nel Lazio il 12 e il 13 febbraio.
L’appello di D’Amato
Un vero e proprio appello al voto disgiunto è arrivato direttamente da Alessio D’Amato, candidato del centrosinistra e del Terzo Polo alla presidenza della Regione Lazio. L’assessore alla Sanità, intervenuto ai microfoni di Coffee Break su La7, ha parlato dei rapporti con l’avversaria Donatella Bianchi del Movimento 5 Stelle e ha lanciato un invito all’elettorato grillino: “Lo strumento del voto disgiunto è quello che mi auguro usino gli elettori del M5S nel Lazio”.
Da “campo largo” a “voto utile”. La litania che ossessiona il centrosinistra
Già nelle scorse ore D’Amato, ricordando che si tratta di una consultazione a turno unico, aveva sottolineato la possibilità di ricorrere al voto disgiunto. Pertanto ha richiamato il solito “voto utile” per evitare che il centrodestra possa trionfare. I margini per partorire un’alleanza con i 5 Stelle ormai non ci sono più, ma il candidato del centrosinistra vuole far leva sugli elettori del Movimento: “Si può fare anche il voto disgiunto, per cui faccio appello al voto utile per evitare che le destre vincano. Credo che un voto ragionato possa essere la soluzione migliore”.
Il Partito democratico negli ultimi giorni proverà a far passare con forza l’idea del voto utile. Nelle intenzioni dovrebbe essere un modo per tentare di incassare quanti più voti possibile al di fuori del proprio elettorato, ma in realtà è un espediente che non ha portato proprio bene in passato. A dimostrarlo, ad esempio, sono state anche le ultime elezioni politiche di domenica 25 settembre: il Pd si è appellato al “voto utile” ai danni del M5S con l’obiettivo di arginare il centrodestra. Il risultato? La coalizione avversario ha vinto nettamente, il Movimento ha preso più voti del previsto e i dem hanno registrato una disfatta.
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