Catasto, la riforma non ci sarà. Il viceministro Leo: «Sanzioni fiscali da rivedere»
di Massimiliano Jattoni Dall’Asén
«Vogliamo addolcire la curva delle aliquote dell’Irpef. Lavoriamo sull’ipotesi di scendere a 3». Il primo importante step della prima riforma fiscale targata Meloni sarà dunque il passaggio da 4 a 3 aliquote, «per poi progressivamente ridurle ulteriormente». Parola del viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, che poi precisa: «sui numeri ci stiamo ragionando compatibilmente con le risorse a disposizione», ma la bozza del testo sarà già pronta tra fine febbraio e inizio marzo. Mentre dovremo dire addio all’aggiornamento del catasto perché, secondo il viceministro, «i nostri valori catastali non meritano un’accelerazione nell’aggiornamento e in altri Paesi europei la rivalutazione è ben piu datata».
No alla riforma del catasto
Insomma, quei «valori senza senso», di cui parlava Draghi, che chiedeva meno di un anno fa un «sacrosanto bisogno di trasparenza» sugli immobili, non è un’urgenza per il governo Meloni. Del resto, dice Leo, l’aggiornamento catastale non viene fatto «in Austria dal 1973, in Belgio dal 1975, in Francia dal 1970, mentre il nostro risale all’88-89, quindi non possiamo dire di essere la Cenerentola dell’aggiornamento dei valori catastali». Ed è vero. Peccato però che la maggioranza dei Paesi europei non conta il numero di immobili “fantasma” dell’Italia (sono almeno 2 milioni le «particelle» non dichiarate e scoperte dagli aerei “catastali” nel 2021, per circa 1,2 milioni di unità immobiliari). Piuttosto, il governo punterà sull’eliminazione «dell’Irap per tutti i soggetti non-Ires e semplificare il sistema sanzionatorio».
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