Gli errori che Meloni non deve fare nella sua campagna d’Africa


Il terzo motivo è che l’enorme investimento che l’Italia e l’Europa stanno facendo lungo il nuovo asse energetico Nord-Sud si rivelerà pagante solo se l’Africa si dimostrerà più stabile e più prevedibile, anche sul piano politico, di quanto si sia dimostrata la Russia di Putin. Oggi questo scenario è tutt’altro che acquisito, tra guerriglie islamiche, influenze russe in Libia e nel Sahel, egemonia cinese sulla maggior parte dell’economia africana. Solo l’Europa, lavorando finalmente unita, può riempire quel vuoto. Se l’Italia vuole diventare davvero il ponte energetico tra le due sponde del Mediterraneo, dovrà trovare un compromesso che ponga fine alla rivalità con la Francia che tanto ha danneggiato entrambi i Paesi e, ancor di più, ha danneggiato l’Africa. I tempi di Mattei e della sua politica anti-francese, allora legittima, sono finiti e devono finire. L’Italia può diventare lo snodo europeo dell’energia solo se riuscirà a lavorare per una politica energetica europea veramente unita, a cominciare dagli acquisti in comune.

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