Giornata della memoria, parole di verità e silenzi a destra
Se un senso il giorno della memoria ce l’ha, questo non può essere che quello di una forte, intransigente interrogazione su noi stessi, sul nostro passato ma anche sul nostro presente: sulle diffuse tracce di orrore che ci circondano, e che in parte anche s’insediano nella nostra stessa comunità nazionale; sul rischio che gli antichi vizi riemergano, e cancellino le fragili virtù che abbiamo scritto nella nostra Carta costituzionale. La frase di Liliana Segre, pronunciata qualche giorno fa, in cui esprimeva tutto il proprio timore, e pessimismo, sulla possibilità che «tra qualche anno sulla Shoah ci sarà una riga soltanto tra i libri di storia e poi più neanche quella», ci dice quanto grave sia il pericolo, e quanto impegnativo sia il compito, per ognuno, di smentire quella profezia.
LA STAMPA
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