La corsa dell’energia frena l’emissione dei green bond: l’Eurozona si ferma a 49 miliardi

Giuliano Balestreri

La corsa dei prezzi dell’energia frena le emissioni green. Dopo un 2021 caratterizzato da una crescita elevata delle obbligazioni verdi che nell’Eurozona erano sostanzialmente raddoppiate da 26 a 50 miliardi di eurol lo scorso anno l’offerta è calata a 49 miliardi. D’altra parte l’aumento di prezzi energetici si è riflesso anche sulle rinnovabili contribuendo, ulteriormente al rallentamento degli investimenti. E’ quanto emerge dalla fotografia scattata dal report di Intesa Sanpaolo appena pubblicato e all’interno del quale si sottolinea come per il 2023, la diminuzione dell’incertezza «sull’outlook economico ed il raggiungimento di una fase più matura del ciclo restrittivo nell’area euro dovrebbe favorire una ripresa delle emissioni obbligazionarie».

Nello studio, però, si sottolinea come la crescita sia condizionata «dalla subordinazione delle emissioni all’identificazione di investimenti pubblici volti a promuovere la sostenibilità ambientale in linea con i principi internazionali ed europei. Inoltre, i Pnrr degli Stati membri prevedono che almeno il 37% delle risorse venga dedicato alle riforme ed agli investimenti legati al clima, abbassando la spesa finanziabile tramite emissioni governative green».

Gli economisti di Intesa Sanpaolo prevedono un aumento contenuto delle emissioni green dell’area euro nel 2023 a 57 miliardi di euro. Peraltro, il programma REPower- Eu lanciato a marzo dell’anno scorso dalla Commissione europea con l’obiettivo di aumentare l’indipendenza dai combustibili fossili e favorire una maggiore diversificazione delle fonti di approvvigionamento, potrebbe comportare un aumento delle emissioni green dell’Unione europea. Il piano prevede 210 miliardi di investimenti da completare entro il 2027. La Recovery Resilient Facility rappresenta la fonte di finanziamento principale del piano attraverso i fondi addizionali di finanziamento pari a 225 miliardi di euro che gli stati membri hanno la possibilità di richiedere in forma di prestiti e nuovi trasferimenti per 20 miliardi di euro finanziati tramite i proventi della vendita delle quote del sistema di scambio di emissioni Ets. 

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