Agguato ad Alatri: ci sono due sospettati, indagini vicine alla svolta

GRAZIA LONGO

 C’è la disperazione dei genitori, con il padre che dice «Mi avete spezzato il cuore, bastardi tossici. Dio perdona, io no». C’è l’incredulità dei compagni di scuola, «Thomas è un bravo ragazzo, forse lo hanno confuso con qualcun altro». Ma c’è anche la rabbia per una guerra tra bande, pare impegnate a contendersi la piazza dello spaccio tra ragazzi, che ha fatto la prima vittima.

Mentre le indagini accelerano, e ci sono due sospettati, Thomas Bricca, 18 anni, si trova in una «una situazione cerebrale gravemente depressa», nonostante il suo cuore continui a battere, dopo essere stato colpito da un colpo di pistola alla testa lunedì sera mentre era appoggiato alla scalinata nella piazzetta vicino a via Liberio, ad Alatri, piccolo centro del Frusinate. E ieri il paese è risprofondato nella voragine della violenza tra giovani. Appena a sei anni fa risale, infatti, la morte di Emanuele Morganti, 20 anni, ucciso a calci pugni per aver difeso la fidanzata.

E adesso Alatri si scopre essere ostaggio delle gang. Le indagini dei carabinieri, coordinati dal procuratore di Frosinone Antonio Guerriero, non trascurano alcuna pista, ma la rivalità tra gruppi concorrenti per il monopolio dello spaccio in quest’angolo del paese sembra quella più battuta. Almeno dalle testimonianze raccolte tra chi frequentava Thomas, studente all’ultimo anno dell’istituto tecnico Pertini. Negli ultimi tempi infatti, il giovane usciva sempre insieme a un gruppo di italiani e nordafricani, marocchini ed egiziani, contrapposto a un’altra banda interamente composta da italiani.

Durante lo scorso week end i due gruppi hanno litigato furiosamente (è escluso il movente razziale), sempre nella piazzetta poco distante dal Brio Bar: urla, spintoni, bestemmie. Ma nessuno avrebbe immaginato un epilogo tanto drammatico: un giovane, su uno scooter insieme ad un amico, ha sparato a Thomas due colpi, uno dei quali gli ha compromesso le facoltà cerebrali.

«Le due bande hanno litigato sia sabato sia domenica, ma anche lunedì sera – racconta Gabriele, 18 anni, che abita poco distante dal luogo della sparatoria –. Ho sentito chiaramente le parolacce che si lanciavano gli uni contro gli altri. Mi sono affacciato sul balcone e le urla erano ancora più forti. Poi sono tornato in casa a cenare e solo dopo le 20, quando ho sentito l’ambulanza, mi sono riaffacciato e ho visto che c’era trambusto. Sono sceso verso le 20. 30, ma avevano già portato via il corpo. Non sono amico di Thomas, ma lo vedevo sempre qui in giro e mi pareva un bravo ragazzo».

Investigatori e inquirenti lavorano ininterrottamente. «Faremo il possibile per arrestare i responsabili» assicura il procuratore Guerriero. Intanto i carabinieri tornano sul luogo dell’agguato per proseguire i rilievi.

Il cerchio sembra stringersi attorno ai killer anche se mancano alcuni tasselli importanti per arrivare alla cattura. Non è escluso che gli autori siano arrivati ad Alatri da paesi o città vicine per regolare i conti delle risse del weekend. Lungo la strada che porta alla piazzetta dove è stato colpito lo studente è parcheggiato un furgone con la bandiera britannica dipinta sul portellone posteriore. È del papà di Thomas, Paolo, ed ha impressa sulla carrozzeria la scritta “Bricca racing”, il team sportivo che porta il suo nome. L’uomo, titolare di un’officina in paese, è conosciuto da tutti. Insieme con l’ex moglie, Federica, ha trascorso la giornata di ieri all’ospedale San Camillo di Roma pregando che Thomas possa risvegliarsi prima o poi. «Siamo sotto choc» il coro unanime che risuona in paese.

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