Delmastro: «Io e Donzelli? Oggi dividiamo la casa, da giovani ci punzecchiavamo. Non mi dimetto. Le carte su Cospito non erano secretate»
di Virginia Piccolillo
Il sottosegretario alla Giustizia: «Meloni non sapeva: Donzelli mi ha chiesto, io ho risposto e poi è intervenuto»
Sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, lei e il suo collega e amico Giovanni Donzelli pensate di dimettervi come chiede l’opposizione?
«No. Perché?».
Per quei colloqui che lei ha rivelato e
lui ha reso pubblici tra Alfredo Cospito e un camorrista e un killer
della ‘ndrangheta, nei quali i criminali incoraggiavano l’anarchico ad
andare avanti nel digiuno contro il 41 bis, auspicando un intervento
dell’Europa «che magari ci toglie anche l’ergastolo ostativo». Non
dovevano restare segreti?
«No. Erano in una relazione basata sull’osservazione degli agenti
penitenziari che fanno bene il loro lavoro, ponendo attenzione ai
detenuti in 41 bis».
Il ministro Nordio ha parlato di informazioni «sensibili» delle quali occorre sapere il livello di segretezza. Qual è?
«Nessuno. Non sono classificati, né secretati e nemmeno riservati».
Perché lui non l’ha detto?
«Credo verificherà lo stenografico. Gli si chiede una valutazione non un atto di fede».
Bonelli (Avs) ha denunciato Donzelli per rivelazione di notizie riservate. Dice il falso?
«Credo sia in buona fede: parla di intercettazioni. Ma non lo sono. E nemmeno captazioni ambientali».
Giorgia Meloni sapeva di ciò che sarebbe accaduto?
«No, nemmeno io. Donzelli mi ha chiesto. Io ho risposto, e poi è intervenuto».
E non ha sentito la premier dopo questa bagarre?
«Oggi (ieri, ndr).
Mi ha chiesto se erano informazioni segrete. Le ho risposto di no.
Aggiungo: in un Paese in cui si denuncia che vengono apposti troppi
segreti di Stato perché, in un caso in cui i cittadini possono sapere,
avrei dovuto comportarmi come chi li vuole tenere all’oscuro?».
Il sottosegretario Mantovano si è irritato?
«Assolutamente no. Ci siamo sentiti e gli ho confermato che non sono documenti classificati».
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