L’inflazione scende al 10%: il caro-vita frena ma un italiano su 5 deve ridurre l’acquisto di alimentari

PAOLO BARONI

ROMA. Il forte calo dei prezzi dei beni energetici regolamentati (che per fortuna è destinato a proseguire) fa scendere al 10,1% l’inflazione di gennaio contro il +11,6% del mese precedente, anche se i livelli restano alti. L’Istat, che ieri ha diffuso le stime preliminari riferite al mese appena passato, parla di «netta attenuazione»: il calo è infatti doppio rispetto a quello fatto segnare dall’Eurozona, il cui indice però è sceso all’8,5% dal +9,2 di dicembre. La flessione, come detto, si deve principalmente all’inversione di tendenza dei prezzi dell’energia, con le tariffe regolamentate che su base annua sono passate dal +70,2% di 12 mesi prima a -10,9% (-24,7% a gennaio rispetto a dicembre 2022) e a quelle non regolamentate che hanno rallentato (da +63,3% a +59,6%).

Si tratta di un trend che potrebbe proseguire grazie al calo delle quotazioni dell’ultimo mese e mezzo. Giusto oggi l’Arera comunicherà le tariffe del gas da applicare ai consumi di gennaio per il mercato di tutela e stando al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti la riduzione sarà «molto vicina» al 40%. «Credo che la politica che abbiamo adottato per le bollette inizi a dare i primi frutti» ha spiegato, certo che poi, a febbraio ci sarà un’ulteriore riduzione in modo da portarci «auspicabilmente verso un sentiero di normalità a beneficio delle famiglie».

Anche il cosiddetto carrello della spesa il mese scorso ha rallentato la corsa: la dinamica dei prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona su base annua è infatti passata da un +12,6% a +12,2. Al contrario però si è accentuata quella dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto che da +8,5 salgono a +9%.

L’inflazione acquisita per il 2023 (ovvero la crescita media che si avrebbe se i prezzi rimanessero stabili nella restante parte dell’anno) è pari a +5,3%. Secondo i calcoli dell’Unione consumatori per una coppia con due figli il +10,1% di gennaio si traduce in 3.188 euro in più di spese (1.328 euro per la casa, 984 per alimentari e bevande e 324 per i trasporti).

Secondo una indagine svolta da «Altroconsumo» il carovita crea problemi economici per un italiano su 3: il 42% del campione ha difficoltà a pagare le bollette, il 20% acquista meno prodotti alimentari, mentre il 37% attinge attingere ai risparmi per affrontare le incombenze quotidiane, arrivando a dover chiedere una mano ad amici e parenti nel 13% dei casi.

Da Confcommercio a Confesercenti a Federdistribuzione, tutte le associazioni hanno accolto positivamente i nuovi dati «decisamente migliori delle attese». Ma dal momento che restano ancora molte incognite chiedono al governo di sostenere potere d’acquisto delle famiglie e consumi. «Che l’orizzonte si rassereni sul versante dei costi dell’energia – sostiene Confcommercio – non significa che i problemi per la crescita dell’anno in corso siano automaticamente risolti».

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