Maurizio Leo: “Fisco, via le sanzioni per chi non ce la fa. Tasse da tagliare, iniziamo dall’Irap”
PAOLO BARONI
ROMA. Rivedere l’Iva, in particolare per i beni sottoposti ad aliquote ridotte, e poi l’Irpef, lavorare per superare rapidamente l’Irap e rimodernare il sistema delle accise. Ovviamente verificando le compatibilità finanziarie, spiega il viceministro all’Economia Maurizio Leo che di qui a metà marzo si prepara a presentare la nuova delega fiscale e in questa intervista conferma l’intenzione di intervenire sia sulle sanzioni amministrative che su quelle su penali. «Va colpita la frode, non chi omette un versamento magari per ragioni di necessità, e l’evasione va combattuta prima che si realizzi». La sfida più impegnativa, ovviamente, riguarda l’Irpef e il passaggio a breve da quattro a tre aliquote. «Stiamo lavorando a una riforma complessiva del sistema fiscale. Un disegno di legge delega che entro poche settimane sarà presentato in Consiglio dei ministri – anticipa Leo -. L’obiettivo, in aggiunta a quello principale della riduzione del prelievo, resta la semplificazione dell’imposta personale, anche attraverso una razionalizzazione delle tax expenditures. Sul passaggio da 4 a 3 aliquote stiamo facendo le necessarie simulazioni. Poi il Governo dovrà valutare le compatibilità con il quadro di finanza pubblica. La riforma sarà fatta prima possibile, con attenzione assoluta al rispetto dei vincoli di bilancio».
Come pensate di riordinare gli sconti fiscali?
«Ci
sono sconti e bonus la cui utilità sociale è condivisa: salute e
previdenza, per fare due esempi. Poi ci sono storture evidenti sulle
quali intervenire. Serve uno sfoltimento e una semplificazione. Ritengo
vadano preservate le tax expenditure che si sono dimostrate utili per
stimolare il contrasto di interessi. Il riordino non dovrà penalizzare
chi sta fruendo di sconti e bonus connessi a spese effettuate prima
dell’entrata in vigore delle nuove regole».
Da subito ha detto di voler cancellare l’Irap: solo per questo bisognerà però trovare 12 miliardi.
«Il
superamento dell’Irap è e resta tra i nostri obiettivi. Bisognerà farlo
presto ma gradualmente. C’è, ovviamente, un tema di risorse, che stiamo
già affrontando al Mef coi tecnici».
Metterete fine alla stagione delle rottamazioni? Lo stralcio
delle cartelle che cancella 18 miliardi di debiti a 7 milioni di
contribuenti non è un bel segnale per chi paga tutte le tasse: sa di
condono.
«La tregua fiscale, proposta dal governo e
approvata dal Parlamento, non è un condono. C’è un arretrato di oltre
1.100 miliardi di euro di cartelle esattoriali, di cui oltre la metà non
più esigibile: si tratta di soggetti defunti, estinti, nullatenenti.
L’operazione che stiamo facendo serve a consentire di non rincorrere
inutilmente chi non pagherà mai, per concentrare l’attività dove il
recupero è ancora possibile».
L’evasione secondo lei come si combatte?
«Impostando
su un piano di parità e di maggior dialogo il rapporto tra fisco e
contribuenti. E con la semplificazione, con la certezza del diritto. Con
un sistema di controlli giusto e non punitivo. Si combatte con banche
dati aggiornate, efficienti e interconnesse. Si combatte con la
digitalizzazione, con i nuovi mezzi che la tecnologia offre. Ma
l’evasione si combatte anche prima che si realizzi, puntando sugli
strumenti in grado di favorire la tax compliance, l’adempimento
spontaneo. Faccio un esempio: per i contribuenti meno strutturati –
parliamo di piccole imprese, artigiani, commercianti e professionisti –
pensiamo al sistema volontario di concordato preventivo. Con le
informazioni già ora disponibili nelle banche dati del fisco,
l’amministrazione potrà proporre a ogni contribuente una sorta di
contratto con il quale si determinano in anticipo il reddito e le
imposte per un biennio. Chi aderirà, potrà ottenere semplificazioni e
gli eventuali incrementi di reddito rispetto al concordato non subiranno
altre imposizioni».
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