Maurizio Leo: “Fisco, via le sanzioni per chi non ce la fa. Tasse da tagliare, iniziamo dall’Irap”

Pensate di rivedere le sanzioni amministrative?
«C’è stata la tendenza a credere che sanzioni elevate fossero una specie di bacchetta magica per azzerare l’infedeltà fiscale. Il risultato, invece, è che il sistema si è accanito con penalità pesantissime contro gli errori in buona fede, contro le distrazioni. La nostra proposta è di rimodulare le sanzioni tributarie, facendo in modo che sia garantita la loro proporzionalità rispetto alle violazioni. Errori e imprecisioni non possono essere trattati come vengono trattati i comportamenti fraudolenti e le “sviste reiterate”. Per questo motivo, la delega riscriverà anche la disciplina delle sanzioni tributarie per renderle eque ed equilibrate. Serve rigore, non servono derive punitive».

Altro tema delicato, che ha già scatenato tante polemiche: l’idea di depenalizzare una serie di “infrazioni”. Intende procedere?
«Anche su questo versante, il “penal-tributario”, crediamo sia urgente una nuova definizione del quadro sistematico e anche del quadro culturale di riferimento. Ovviamente sono scelte che andranno condivise all’interno del governo. La mia visione è che l’approccio da perseguire sul fronte penale debba essere identico a quello che utilizzeremo per le violazioni amministrative: va colpita la frode, chi nasconde redditi, chi non presenta le dichiarazioni o le altera intenzionalmente. Ad esempio, non possiamo continuare a pensare che le violazioni di omesso versamento, a maggior ragione se non reiterate, siano tutte uguali. Bisogna saper distinguere: senza andare troppo lontano, abbiamo visto che cosa è successo a molti contribuenti nel periodo Covid. Li possiamo forse paragonare a chi ha omesso i versamenti solo per arricchirsi alle spalle della collettività?».

È fattibile un taglio strutturale delle accise? Quelle sui carburanti sono altissime…
«L’ultima rilevazione sui prezzi della benzina effettuata dal ministero dell’Ambiente mostra che su un prezzo medio di 1,871 euro al litro, l’accisa pesa per quasi il 39%, ovvero intorno ai 73 cent. Un livello elevato, che condividiamo con altri Paesi europei. Ma non si può intervenire ignorando i possibili effetti negativi sugli equilibri finanziari. Il sistema delle accise va ammodernato: ci stiamo lavorando nel contesto della riforma, sapendo che le accise sono imposte armonizzate, da cui l’Ue trae risorse proprie, e che ci sono vincoli da rispettare».

Con la legge di Bilancio avevate ipotizzato di azzerare l’lva sui beni di largo consumo…
«Il riordino dell’Iva è uno degli interventi previsti dalla nuova delega. Anche in questo caso si tratta di un tributo di fatto “europeo”, dove ci sono margini di manovra nazionali ben definiti. Margini che tuttavia non impediscono una vera e profonda opera di razionalizzazione per arrivare a una più equa applicazione del tributo. Ad esempio, serve una revisione delle operazioni assoggettabili ad aliquote ridotte (4, 5 e 10%), affinché siano applicate solo ai beni e ai servizi che davvero lo meritano, anche come strumento di tutela delle categorie più deboli o per esigenze particolari. Una direzione che abbiamo già intrapreso con la legge di Bilancio approvata a fine dicembre e che la delega dovrà ora rafforzare ed estendere». 

LA STAMPA

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