Il presidente dell’Ingv: «In Turchia la terra si è spostata di 3 metri in alcune decine di secondi lungo una faglia di 150 chilometri»
di Alessandro Fulloni
Il «numero 1» dell’Ingv, Carlo Doglioni: «È come se la Turchia si fosse mossa relativamente alla placca araba verso Sudovest». Quella è «una zona altamente sismica: il rischio è di altre scosse più intense. L’allerta tsunami è rientrata, ma c’è il pericolo frane». «In Italia? Tenere alta l’attenzione»
Professor Carlo Doglioni, presidente dell’Ingv (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), cosa è successo stanotte in Turchia?
«È successo che quella che noi chiamiamo la placca araba si
è mossa di circa 3 metri lungo una direzione Nordest-Sudovest rispetto
alla placca anatolica; parliamo di una struttura nell’area di confine
tra questo mondo, quello della placca araba, con quello della placca
anatolica».
Di quanto può essersi spostata la placca?
«Dalle stime che abbiamo, e che sono via via in raffinamento, sappiamo che la
Carlo Doglioni presidente Ingv
faglia si è attivata per almeno 150 chilometri con uno spostamento anche superiore ai tre metri. È successo tutto in alcune decine di secondi, irradiando questo terremoto di magnitudo di 7.8,-7.9, un terremoto che viene chiamato maggiore».
È un movimento grosso?
«Sì, davvero molto grosso…
L’epicentro è stato nella zona centromeridionale della Turchia, poco a
Nord del confine con la Siria».
Che tipo di movimento è stato?
«Parliamo di un movimento trascorrente, il piano di faglia è
molto inclinato e durante l’evento si osserva uno spostamento
orizzontale dei due lati della faglia».
Ovvero?
«I due lembi si sono mossi l’uno relativamente all’altro. In
altre parole: è come se la Turchia si fosse mossa relativamente alla
placca araba verso Sudovest».
Che zona è quella in cui è avvenuto il terremoto?
«Parliamo di una zona altamente sismica, una delle zone più
pericolose del Mediterraneo. Nei secoli scorsi ci sono stati terremoti
estremamente violenti».
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