Multe da annullare, la sentenza che cambia tutto sull’autovelox mobile
Chi ha beccato multe per eccesso di velocità da un autovelox mobile può contestarle se i dispositivi non sono prontamente segnalati e l’automobilista non ha, quindi, la possibilità di decelerare: a quel punto le sanzioni saranno annullate come ha stabilito la Corte di Cassazione con la sentenza n. 2384 del 26 gennaio 2023.
Cosa dice la sentenza
Nel dettaglio, la Seconda Sez.Civ. del Palazzaccio ha dato ragione a un automobilista di Reggio Emilia che aveva considerato “illegittima” la sanzione per aver toccato i 98,80 Km/h invece dei 50 km/h consentiti in un dato tratto stradale perché l’autovelox mobile non era segnalato da nessuna parte. Ecco che, come scrive IlMessaggero, il Giudice di Pace ha dato ragione al guidatore per “violazione dell’obbligo di presegnalazione della postazione di controllo della velocità, costituita nel caso di specie dal cosiddetto Scout speed”. La parole inglese indica un rilevatore di velocità che si trova all’interno delle auto della polizia più o meno all’altezza dello specchietto retrovisore con la funzione di beccare chi supera i limiti consentiti nei due sensi di marcia e anche di notte con l’ausilio dei raggi infrarossi.
Cosa prevede il Codice stradale
In questo caso i cittadini alla guida hanno ragione perché viene violato, automaticamente, anche il Codice della Strada che stabilisce come “le postazioni di controllo sulla rete stradale per il rilevamento della velocità siano preventivamente segnalate e ben visibili”. Il Tribunale, in secondo grado, ha confermato la sentenza perché è già la legge che stabilisce “un obbligo di preventiva segnalazione di carattere generale, riferito a tutte le postazioni di controllo sulla rete stradale” e serve per mettere in guardia gli automobilisti e “orientarne la condotta di guida”.
Viceversa, l’Unione dei Comuni della Pianura reggiana aveva fatto ricorso il Cassazione perché l’obbligo non fosse esteso agli autovelox che si trovano all’interno dei veicoli della polizia come prevederebbe un decreto del ministero: il ricorso è stato prontamente respinto perché quella parte del decreto si trova in antitesi con quanto previso dal Codice della strada che “contempla tale obbligo per tutte le postazioni presenti sulla rete stradale dedicate a siffatti controlli, rimettendo al decreto ministeriale la mera individuazione delle relative modalità attuative”, afferma la Cassazione.
Come vanno segnalati
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