Meloni esclusa dalla cena all’Eliseo con Zelensky: “L’ennesimo sgarbo di Macron”

Ilario Lombardo

ROMA. È stato Emmanuel Macron a decidere chi invitare, ieri sera a Parigi, alla cena in onore di Volodymyr Zelensky. E tra gli invitati non figurava Giorgia Meloni. Erano solo tre i posti a sedere al tavolo dell’Eliseo: uno per il padrone di casa, uno per il presidente ucraino in arrivo da Londra, e l’ultimo per Olaf Scholz. La foto del treno di notte che attraversa l’Ucraina verso Kiev, con il presidente francese, il cancelliere tedesco e il presidente del Consiglio italiano Mario Draghi sorridenti in una cabina del convoglio, sembra già sbiadire nei ricordi di un’altra era. Eppure, erano solo sette mesi fa. 

Meloni è stata esclusa dall’incontro di ieri sera. A Palazzo Chigi fanno poco o nulla per mascherare lo stupore e l’amarezza. Cercano di minimizzare e appena viene diffusa la notizia del vertice parigino a tre senza la premier italiana, dall’entourage di Meloni arriva l’annuncio che oggi ci sarà comunque un bilaterale con Zelensky, a Bruxelles, a margine del Consiglio europeo. Troppo poco, per il linguaggio della diplomazia. Anche perché nel suo tour europeo il presidente ucraino, nella stessa giornata, aveva già fatto visita al premier britannico Rishi Sunak.

La tesi di Giovanbattista Fazzolari, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio che ha eletto la Francia a nemico storico, è che Macron stia peccando di «protagonismo» per coprire le difficoltà interne, con il Paese straziato dagli scioperi contro la riforma delle pensioni. È esattamente quello che lasciano filtrare gli uomini più vicini a Meloni. In realtà, secondo fonti diplomatiche, la scelta del presidente francese sarebbe il prodotto di mesi di gelo tra i due leader. Le ferite non sono sanate e, stando alla versione d’Oltralpe, la premier italiana non sta facendo molto per favorire un avvicinamento. Per esempio, non ha ancora risposto all’invito dell’Eliseo e fornito al cerimoniale della presidenza francese una data per la visita a Parigi. La capitale francese e quella tedesca sono solitamente le prime due tappe europee di un premier italiano appena nominato. Dopo Bruxelles, invece, Meloni è stata a Berlino e a Stoccolma, in omaggio alla presidenza di turno svedese dell’Ue. Una decisione che non è passata inosservata.

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