Meloni, gelo con Macron: «Così indeboliscono tutti». Il malumore condiviso con i vertici europei
Con il presidente francese, Emmanuel Macron, invece non ci sono contatti. Le lancette dell’orologio sembrano tornate indietro nel tempo, alle giornate del G20 di Bali. Anche oggi lo scatto dei fotografi ricalca i tanti del summit indonesiano: Macron avanti sorridente, Meloni, ironia della sorte, proprio dietro di lui, nella sua giacca doppio petto rossa. Sono uno accanto all’altro ma sembrano ignorarsi, parlano con interlocutori diversi. Alle dieci di sera i lavori del vertice sono nel pieno delle trattative, si lima il testo delle conclusioni, i nostri diplomatici sono comunque ottimisti, «arriveremo a un buon risultato per l’Italia».
Per Giorgia Meloni significa un riconoscimento della «specificità dei confini marittimi, un enorme passo difficile da immaginare negli ultimi cinque o sei anni». E anche un via libera alla flessibilità dei fondi europei esistenti per la transizione energetica e gli aiuti alle aziende nazionali. In ballo c’è la possibilità di rimodulare la destinazione delle risorse del Pnrr e di aggiungerne, per la competitività delle imprese, anche dai Fondi di coesione del vecchio e del nuovo bilancio europeo. Oggi si vedrà se i due obiettivi sono stati raggiunti.
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