Patto del Quirinale, Mattarella chiede rispetto

Ugo Magri

ROMA. «Non siamo gli interlocutori giusti»: è la risposta standard del Colle quando volano scintille a livello internazionale e si chiede lassù che aria tira. Stessa reazione anche ieri, dopo lo scatto di nervi di Giorgia Meloni contro Emmanuel Macron, cioè no comment sul presupposto che la politica estera spetti al governo e il presidente della Repubblica debba svolgere compiti di alta rappresentanza, coltivare relazioni coi capi di Stato, garantire le scelte di fondo scolpite nei trattati sottoscritti dall’Italia senza però immischiarsi nelle tattiche diplomatiche, figuriamoci nelle polemiche di queste ore. Certo (ma pure questo è noto) ai rapporti con l’Eliseo Sergio Mattarella tiene parecchio. È convinto che un legame operativo tra Italia e Francia possa essere di grande aiuto all’Europa in generale, e a noi in modo particolare. Oltre alle affinità elettive con i «cugini» d’oltralpe, alle comuni radici culturali, c’è un intreccio di convenienze economiche che suggeriscono di muoversi a braccetto per fare fronte comune contro certi atteggiamenti dei cosiddetti “frugali” nordeuropei. Non a caso Mattarella, subito dopo il giuramento del nuovo governo, aveva favorito il primo colloquio a quattr’occhi fra Macron e Meloni, sperando che i due s’intendessero; e quando erano esplose le incomprensioni, a causa della Ocean Viking dirottata a Tolone insieme ai migranti che aveva a bordo, il presidente aveva tentato di mitigare lo strappo con una telefonata al suo omologo francese (colloquiare con gli altri capi di Stato fa parte delle sue prerogative).

Stavolta non si prevedono iniziative né rammendi da parte del Quirinale: sarà la premier a giocare le sue carte con Macron e in Europa. Per quanto il clima con Mattarella sia buono, secondo alcuni ottimo, Meloni non tollererebbe di sentirsi sotto tutela. Al massimo accetterebbe buoni consigli. E, a pensarci bene, il presidente uno gliel’ha dato. Il primo febbraio scorso, salutando l’entrata in vigore del Trattato con la Francia detto «del Quirinale», Mattarella ne ha rimarcato l’importanza strategica.

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