Addio Burt Bacharach, l’uomo che ha trasformato l’easy listening in arte

Simona Siri

NEW YORK. L’uomo che ha trasformato il genere easy listening in una forma d’arte. L’ha definito così il quotidiano The Guardian, celebrandolo per l’ultima volta. Burt Bacharach è morto ieri all’età di 94 anni nella sua casa di Los Angeles per cause naturali dopo una vita dedicata alla musica. Si lascia dietro un’eredità artistica impareggiabile: 73 singoli nella Top 40 negli Stati Uniti e 52 nel Regno Unito; un centinaio di artisti che hanno interpretato la sua musica; collaborazioni con Dionne Warwick, Frank Sinatra, The Beatles, Barbara Streisand, Tom Jones, Aretha Franklin e Elvis Costello; titoli come I Say A Little Prayer, Walk On By, What The World Needs Now Is Love, Magic Moment, The Look Of Love. Persino due Oscar, il primo nel 1969, per l’intera colonna sonora del film Butch Cassidy and the Sundance Kid e un altro nel 1981 per Arthur’s Theme cantata da Christopher Cross, colonna sonora del film Arthur con Dudley Moore e Liza Minnelli.

La vita
Nato a Kansas City, Missouri, nel 1928 e cresciuto a New York, Bacharach inizia ad amare il jazz da ragazzino, intrufolandosi nei jazz club della città per andare a sentire Dizzy Gillespie. A scuola intanto studia i classici come Stravinsky e Ravel e dopo un periodo nell’esercito degli Stati Uniti, diventa pianista accompagnatore di Vic Damone, degli Ames Brothers e la sua prima moglie, l’attrice Paula Stewart. Tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60 lavora anche come arrangiatore ed è il direttore d’orchestra per Marlene Dietrich durante i suoi tour europei. La svolta pop arriva nel 1957 grazie all’incontro con il paroliere Hal David. Insieme, i due sfornano un successo dietro l’altro, a partire dai due singoli iniziali: The Story of My Life cantata da Marty Robbins e Magic Moments cantata da Perry Como. Grazie alla sdolcinatezza dei testi di David e agli arrangiamenti ricchi di archi e melodie facili di Bacharach, i due insieme compongono canzoni che sfidano l’usura del tempo e che arrivano intatte ai giorni nostri, senza aver perso un briciolo del genio e del fascino che avevano quando sono state composte e che infatti ancora oggi sono suonate, trasformate in cover, ri-arrangiate da musicisti di ogni genere e età. Alcuni titoli: Say a Little Prayer, originariamente cantata da Aretha Franklin; What’s New Pussycat? con la voce di Tom Jones; The Look of Love cantata da Dusty Springfield e Make It Easy on Yourself dei Walker Brothers. Raindrops Keep Falling on My Head, interpretata da BJ Thomas e che appare nel film Butch Cassidy and the Sundance Kid, vince un Grammy e un Oscar nel 1969.

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