Meloni contro Macron, ma la politica estera non si fa coi lamenti
Infine, l’obiettivo di un paese serio non può essere il posto a tavola. Per essere invitato deve avere qualcosa da dirvi e da scambiarvi. Eventualmente tirando calci sotto il tavolo. Ma per questo serve appunto la coscienza dei propri interessi. Niente e nessuno ci impedisce di elaborarli e difenderli, salvo noi stessi. Le acidità verbali fra italiani e francesi, conditi da meno visibili sgambetti, non devono farci perdere di vista l’importanza di agire insieme sulle cose che contano. A cominciare dalla partita sul patto di (in)stabilità e (de)crescita – il “miracolo” della clamorosa crescita italiana proprio quando il patto è stato sospeso qualcosa dovrebbe insegnarci. Su questo gli interessi di Italia e Francia parrebbero allineati. Così come non è affatto scontato che sulle migrazioni e sulle politiche mediterranee si debba litigare. I prossimi mesi ci diranno se Roma e Parigi riusciranno a stabilire sull’essenziale una linea comune. Tra parentesi: siamo in guerra. Non la stagione dei teatrini.
LA STAMPA
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