Il Ppe prende le distanze da Berlusconi: «Respingiamo le frasi su Kiev». Meloni: «Sulla politica estera non si cambia»

di Monica Guerzoni

L’ex premier precisa: «Sono sempre stato dalla parte dell’Ucraina e della pace»

Il Ppe prende le distanze da Berlusconi: «Respingiamo le frasi su Kiev». Meloni: «Sulla politica estera non si cambia»

Soddisfatta com’è per il risultato delle elezioni regionali in Lombardia e Lazio, Giorgia Meloni non sembra avere troppa fretta di toccare gli equilibri tra i partiti della coalizione. Il centrodestra ha vinto la prima importante sfida dopo le Politiche del 25 settembre, il governo ha superato un test elettorale molto atteso e la presidente del Consiglio blinda l’impostazione dei primi quattro mesi: «Il governo è ancora più forte, io penso che l’assetto della maggioranza non abbia bisogno di alcuna modifica». Il che non vuol dire che niente debba cambiare, come in genere avviene dopo una prova elettorale importante, ma che qualunque aggiustamento verrà fatto con gradualità e prudenza.

Avanti a destra, senza dimenticarsi di volgere lo sguardo al centro. La scelta di Palazzo Chigi di revocare la costituzione di parte civile nel processo Ruby Ter è stata letta in Parlamento come un modo di andare incontro a Silvio Berlusconi, nella speranza che moderi le esternazioni ed eviti di innescare altri incidenti diplomatici. Ma nell’entourage dell’ex premier sono convinti che la coalizione resterà «plurale», perché Forza Italia ha tenuto i suoi voti «con risultati inattesi» e nessuno, tantomeno la premier, chiederà al fondatore di fare un passo indietro. «Ne ho già fatti tanti — si è sfogato con i suoi il padre nobile del centrodestra —. Il voto ha confermato gli equilibri della maggioranza, per cui resteremo centrali e non saremo mai subalterni». Per dirla con Maurizio Gasparri, con l’8,5% nel Lazio e il 7,2% in Lombardia Forza Italia resta «decisiva per l’equilibrio e la vittoria del centrodestra».

Lunedì sera, nel chiamare la premier per i complimenti di rito, Berlusconi ha voluto chiarire lo scivolone di domenica. Le critiche a Zelensky sono «opinioni personali» ha detto il leader azzurro e ha promesso che FI continuerà a sostenere l’Ucraina. Concetti che ieri, dopo la presa di distanza del Ppe («respingiamo le frasi su Kiev»), Berlusconi è stato costretto a scolpire in una nota: «Sono sempre stato e sto dalla parte dell’Ucraina e della pace. La mia speranza è che si possa trovare presto una soluzione diplomatica a questa guerra molto pericolosa per tutti». Lo strappo dell’alleato sembrava aver messo a rischio la visita della presidente nella capitale del Paese aggredito da Putin, ma ora Meloni si dice sicura che la missione si farà nei tempi previsti: «Certo che vado a Kiev. La linea del governo non cambia, soprattutto in politica estera».

Qualcosa però sta già cambiando in politica interna, da prima delle Regionali. La premier intende tenere sempre più separato il governo dal partito, un doppio binario che si è visto nei giorni delle polemiche furibonde sul caso Cospito. «I toni alti sui banchi di Camera e Senato servono a far crescere il consenso per FdI, senza danneggiare il governo», è la lettura della ministra Daniela Santanché.

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.