Airbnb Firenze, in 20 controllano mille alloggi: il record di Edoardo e Michela con 170
di Giulio Gori
Sono alberghi diffusi, ma senza le imposte degli hotel. Nardella: entro marzo vertice a Palazzo Vecchio
L’immagine del piccolo proprietario che mette a disposizione dei turisti la seconda casa — o la camera da letto in più — è ormai un ricordo sbiadito degli albori di Airbnb. A Firenze, gli affitti brevi vengono gestiti da giganti del settore che hanno fatto incetta di appartamenti, con concentrazioni altissime.
È lo scenario che emerge dalle statistiche del portale Inside Airbnb, che mostrano come appena 20 host controllino 1.101 appartamenti, oltre il 10% dei 10.727 attivi in città. I primi tre della classifica ne controllano rispettivamente 169, 109 e 102, quasi tutti nell’area Unesco.
In totale, solo un host su tre mette sul mercato un solo appartamento.
La capolista, la Homes in Florence (che sul portale Airbnb compare col ben più familiare nome di «Edoardo e Michela») ha sia appartamenti di proprietà sia in gestione, ma «la maggior parte sono in gestione», come spiegano nella sede societaria, un piccolo ufficio con soppalco, nascosto nella stretta via dei Velluti, in Oltrarno.
Si tratta di giganti che, secondo la legislazione nazionale, non sono equiparabili ai piccoli affittacamere e che sono considerati imprese, con tanto di obbligo di cedolare secca, ma comunque con un regime sia fiscale, sia di norme burocratiche molto limitato rispetto a quello che invece ricade sugli hotel.
Di fatto, alberghi diffusi che però per la legge non lo sono. Questa concentrazione è stata aiutata dalla pandemia, con i grandi host che hanno potuto fare incetta di appartamenti quando i piccoli non riuscivano a mantenerli, a causa dell’assenza di turisti tra lockdown e zone rosse.
Parallelamente, col ritorno del turismo di massa, da Pasqua 2022 in poi, sono tantissimi gli appartamenti che sono stati convertiti — o riattivati — come Airbnb. E negli ultimi quattro mesi, c’è stato il boom: dai poco più di 7.500 di fine settembre agli attuali quasi 11 mila. Oltre quattromila in più, nel segno di una trasformazione che dopo lo stop della pandemia ha ripreso a correre in modo impetuoso.
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