Panetta cita Battisti per frenare i rialzi della Bce: “Non si corre a fari spenti nella notte”
dalla nostra corrispondente Tonia Mastrobuoni
Berlino – «Non dobbiamo guidare come un pazzo a fari spenti della notte». Forse mai Lucio Battisti avrebbe immaginato di finire in un discorso di un banchiere centrale. In onore dell’ottantesimo anniversario dalla nascita del grande cantautore italiano, Fabio Panetta ha scelto “Emozioni” per sottolineare che la Bce, se trascinata dall’impazienza dei falchi, rischia di andare dolorosamente a sbattere.
Nel discorso di ieri del membro del board della Banca centrale europea – a un evento del Centre for European Reform a Londra – si coglie un’intenzione molto chiara: ribilanciare una discussione che sembra tenere poco conto degli sviluppi dell’ultimo anno, dei ripetuti rialzi di interesse e di un quadro economico talmente incerto da rendere pericolose le previsioni che si spingano su un orizzonte di molti mesi. Tanto più in un quadro di ripresa fragile che potrebbe essere compromessa da una stretta troppo feroce.
Una posizione condivisa dal Parlamento europeo, che
ha votato ieri una risoluzione a stragrande maggioranza in cui chiede un
«aggiustamento più equilibrato e graduale, dato l’elevato livello di
incertezza».
Sulle sgrammaticature di alcuni suoi colleghi, Panetta è stato ieri
esplicito: «La Bce non dovrebbe vincolare in modo incondizionato la sua
politica monetaria futura».
Invece è quello che i falchi nord ed est europei portano avanti da tempo, anche spaventati da una situazione interna allarmante, di inflazione al 15 o al 20%, come nel caso dei baltici. E in tanti – dall’olandese Knot al tedesco Nagel – hanno espresso la granitica certezza che si continuerà a stringere sul costo del denaro ben oltre marzo, quando è già previsto un altro rialzo di 50 punti. Una pressione che sembra aver condizionato le parole, di recente molto dure, della presidente della Bce Christine Lagarde.
Oltre a Panetta, anche da altri membri del board si coglie – a microfoni spenti – un certo malumore per i colleghi che prevedono aumenti dei tassi per mesi e mesi. Primo, perché «i governatori dovrebbero sempre ricordarsi che fanno parte di un consiglio direttivo che parla sempre a tutta l’eurozona». Insomma, «non dovrebbero solo parlare al loro Paese», sottolinea una fonte autorevole. In secondo luogo, perché si può dissentire sulla traiettoria dell’inflazione e sulle condizioni monetarie, che secondo Panetta «stanno diventando più restrittive», mentre il governatore della Bundesbank Nagel è convinto del contrario, ossia che «non stiamo entrando in territorio restrittivo».
Ma sul metodo è bene che i guardiani dell’euro convergano, anzitutto per non perdere credibilità agli occhi dei mercati. E Panetta ridimensione il rischio che le rivendicazioni contrattuali in atto in molti Paesi alimentino ulteriormente l’inflazione. È giusto compensare i salari per l’aumento dei prezzi, secondo il banchiere centrale italiano.
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