Noi pendolari con il fuso orario, Roma più vicina agli Usa che a Ostia
Gabriele Romagnoli
Nelle lounge Frecciarossa, nelle carrozze silenzio dei treni ad alta velocità che vanno da Roma a Milano senza neppure più fermarsi nel «nodo ferroviario» di Bologna non li vedi e neppure riesci a immaginarli. Battono altre piste, hanno diverse insegne, sono prigionieri di più ristretti confini e soprattutto seguono tempi loro. L’Italia è una, ma quando si sposta su rotaia conosce due fusi orari: quello dei convogli aerodinamici di Trenitalia e Italo che più o meno rispettano i tabelloni delle promesse e quello dei treni regionali, che sovverte ogni aspettativa mettendo in dubbio non soltanto il «quando» (arriva), ma anche il «se».
Quasi mai condividono la stessa stazione. Se accade, come a Bologna, l’alta velocità si fa la sua tana, sotterranea e invisibile. Sono mondi opposti ancor prima di partire. Sopra c’è un atrio piccolo, dove stare ammassati, multietnici e affannati, davanti a binari paralleli di cui non si vede l’ultimo. Sotto c’è uno spazio enorme, un deserto in cui vagare, ma i binari sono soltanto quattro. Il richiamo degli arrivi e partenze è tuttavia costante, la fretta dei passeggeri ripagata. Sopra regna una flemma imposta dai rinvii. In altre città, come Roma, i treni più lenti, se non in altre stazioni, sono dirottati a centinaia di metri dall’ingresso, dove chi non li prende non li può vedere, ci si arriva già stanchi e il binario ha una numerazione che richiama Harry Potter. Che ci si sia anche la carrozza è un incantesimo: ogni volta stupisce.
Nell’Italia a gironi chi vive in quello dell’alta velocità non conosce le tratte dei pendolari. Non sa per dove non parte questo treno allegro. Se deve andare da Napoli a Sorrento prenota un’auto. Quel che resta della Circumvesuviana lo considera come Pompei, o Ercolano: rovine che si mantengono per la disponibile meraviglia del turista, specialmente straniero. Anche per il 2023 è stata eletta la linea ferroviaria peggiore d’Italia e la notizia è stata accolta con ironia nella pagina Facebook Circumvesuviana, guida alle soppressioni e ai misteri irrisolti: «Battute le due squadre romane (Roma Nord-Viterbo e Roma-Ostia Lido), Milano schiantata. Quest’anno Napoli è inarrestabile». Quando le cose non funzionano si protesta, quando non c’è più speranza subentra una specie di orgoglio da record, frammisto a una disperata ironia che ha portato alla creazione di «Roma fa schifo» e «Vesuviana state of mind». Quali i misteri senza soluzione delle linee regionali? Facile: esistono davvero i controllori? Sì, ma per tranquillità non si aggirano.
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