Fedez e Chiara Ferragni a Sanremo, l’Agcom pronta ad aprire un’istruttoria

di Antonella Baccaro

Le ipotesi dell’Agcom sulla Rai, con riferimento anche ai comportamenti tenuti da Fedez e Rosa Chemical. «Violazione delle norme a difesa dei minori e pubblicità occulta per Instagram»

Fedez e Chiara Ferragni a Sanremo, l’Agcom pronta ad aprire un’istruttoria
Chiara Ferragni con Amadeus e Gianni Morandi a Sanremo (Ansa)

Le carte sono ancora coperte dalla riservatezza ma diventa sempre più probabile l’apertura di più di un’istruttoria dell’Autorità per le Comunicazioni (Agcom) nei confronti della Rai sui casi verificatisi a Sanremo. Il consiglio ne ha discusso ieri pomeriggio, ascoltando la preistruttoria presentata dagli uffici circa le diverse segnalazioni giunte all’Authority. Due i capitoli più importanti: il primo riguarda la violazione delle norme a difesa dei minori, con riferimento ai comportamenti tenuti dai cantanti Fedez e Rosa Chemical sul palco di Sanremo (la simulazione di un atto sessuale) ma anche da Blanco (la distruzione della scenografia). Il secondo addebito fa riferimento alla normativa sul divieto di pubblicità occulta, e riguarda il modo in cui il social network Instagram (gruppo Meta) avrebbe ottenuto pubblicità durante il Festival: si va dall’apertura del profilo di Amadeus da parte di Chiara Ferragni alle dirette sui profili dello stesso conduttore e di Gianni Morandi.

Agli uffici spetta ora decidere se aprire o meno le istruttorie. La decisione sarà sottoposta al prossimo consiglio, tra un paio di settimane. Ma il consiglio, qualora la decisione fosse quella di archiviare, potrebbe ugualmente chiedere agli uffici di procedere. Le conseguenze di una simile decisione per la Rai sono importanti. Ma ancora più rilevanti sono le eventuali conclusioni. Se l’istruttoria provasse che esiste un contratto tra Rai e Meta che consentiva la pubblicizzazione del social, l’azienda dovrebbe rispondere per non averlo adeguatamente segnalato agli spettatori. Se invece il contratto remunerativo per la Rai non ci fosse, allora l’azienda non avrebbe incassato il dovuto. E qui si configurerebbe un mancato introito e un danno erariale. Ma è presto per saltare a conclusioni, la Rai potrebbe anche uscirne incolume.

Certo, se l’ultima parola spetta al consiglio, bisogna tenere conto che lì coesistono aree d’influenza politiche diverse, derivanti dal modo in cui i cinque consiglieri vengono eletti: due dalla Camera e due dal Senato, mentre il presidente è nominato dal capo dello Stato su proposta del premier, sentito il ministro dello Sviluppo economico. Al momento la bilancia pende verso il centrodestra. Il presidente Giacomo Lasorella, che fu scelto dal premier Giuseppe Conte (ministro Stefano Patuanelli), è considerato di quell’area, al punto che il suo nome è circolato tra i papabili sottosegretari del governo Meloni. L’indicazione di Laura Aria, all’epoca, sarebbe venuta da Forza Italia, mentre Elisa Giomi avrebbe ricevuto l’appoggio del M5S.

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