“Così abbiamo evitato il triplo degli sbarchi. L’Italia è attrezzata contro l’eversione”
In America
l’amministrazione Biden ha dato un giro di vite sulla concessione dei
visti ai richiedenti asilo per chi passerà confine senza preventiva
richiesta online, è un modello esportabile in Italia?
«Il
preannunzio di tali iniziative da parte di un paese come Stati Uniti
d’America conferma che il problema dell’uso distorto e strumentale dello
status di rifugiato e della protezione internazionale è un problema
mondiale. La trasposizione nel nostro ordinamento di una simile misura,
che ritengo meritevole di approfondimento, deve necessariamente passare
attraverso la revisione del quadro di regole europee che disciplina la
materia nel nostro continente: il cosiddetto sistema di asilo comune
imposto dal regolamento di Dublino».
Cosa risponde a chi
in alcune inchieste televisive critica il sistema di trattenimento nei
Cpr dei cittadini in attesa di espulsione?
«Ritengo sia il
solito strabismo di chi, da una parte, giudica negativamente la
difficoltà a rimpatriare gli stranieri irregolari e, dall’altra, invoca
soluzioni diverse senza proporre nulla di realmente costruttivo. Segnalo
in ogni caso che il trattenimento presso tali centri avviene per cause
in larga parte autoindotte da parte degli stessi interessati: ingresso
irregolare e rifiuto di collaborare per la loro compiuta
identificazione.
Basterebbe che le persone trattenute collaborassero
con le forze di polizia esibendo i propri documenti e facendosi
identificare, oppure aderissero a proposte di rimpatrio volontario
assistito, per interrompere in pochissimo tempo la loro permanenza nei
centri. In ogni caso nei cpr, per previsione normative e per scelta
organizzativa, vengono prevalentemente trattenuti coloro che aggiungono
alla condizione di irregolarità anche presupposti di pericolosità legati
alla precedente commissione di reato».
Domani si decide sul mantenimento del 41bis all’anarchico Cospito. Come accoglierebbe un’eventuale revoca?
«Con
il massimo rispetto di qualsiasi decisione che verrà assunta da chi di
competenza. In una democrazia compiuta le decisioni amministrative e
giudiziarie si impugnano e si appellano nelle sedi competenti, non nelle
piazze o minacciando le istituzioni».
Le minacce anarchiche sono una strategia comunicativa per fare pressing sulla magistratura o sono la punta dell’iceberg di una pericolosa stagione eversiva di ritorno?
«Sicuramente la prima. Quanto alla seconda l’Italia ha già dimostrato negli anni di essere un Paese attrezzato per la difesa dei cittadini e delle istituzioni repubblicane».
IL GIORNALE
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