Lega e Forza Italia, l’errore è doppio
GIOVANNI ORSINA
Che il conflitto in Ucraina sia diventato il principale spartiacque politico dei nostri tempi è un dato di fatto dal quale non si può prescindere. Certo, ci si può chiedere quanto sia stato saggio attribuirgli un così grande rilievo, e si può senz’altro constatare con una certa mestizia come il normalmente pessimo dibattito pubblico italiano ne sia stato reso se possibile ancora più isterico, polarizzato e apocalittico. Piaccia o non piaccia, a ogni modo, l’aggressione russa ha aperto una faglia profonda nel quadro globale e ha obbligato tutti a decidere da che parte stare, con l’eccezione di pochissimi che si son potuti permettere di non schierarsi. Fra i quali pochissimi non c’è l’Italia, Paese particolarmente esposto e sensibile, per ragioni storiche, alle intemperie internazionali.
Bisogna dare atto a Giorgia Meloni di aver compreso subito, nel momento stesso in cui la Russia invadeva l’Ucraina, che si trattava d’una scelta determinante per il suo futuro politico, e di aver assunto e tenuto da allora, all’opposizione e al governo, una posizione chiara e coerente. È stata una decisione cruciale, tanto più per una figura politica come quella di Meloni, esposta su altri terreni al rischio di delegittimazione. Prima e dopo il voto di settembre l’idoneità di Fratelli d’Italia a governare la Penisola è stata effettivamente contestata, entro i confini nazionali e all’estero. E non mi pare impossibile sostenere che, se questi tentativi di delegittimazione sono falliti e possono dirsi oggi archiviati in via definitiva, oltre che per il carattere evidentemente pretestuoso di tante accuse, è stato anche grazie alla solida posizione atlantista che Meloni ha assunto in occasione del conflitto ucraino.
Non altrettanto pronte a interpretare la cesura storica sono state invece Lega e Forza Italia, attardate su posizioni vecchie. Vecchia di lustri nel caso di Berlusconi, comprensibilmente affezionato allo «spirito di Pratica di Mare»: a un’idea di relazioni internazionali a somma positiva ch’era in voga alla fine del ventesimo e all’inizio del ventunesimo secolo, e al ruolo di mediazione che l’Italia poteva svolgere in quel contesto. E vecchia di anni nel caso di Salvini, risalente alla stagione del populismo rampante, 2016-2018, quando la Russia di Putin poteva sembrare un valido contraltare all’Occidente degenerato. Due posizioni che, qualunque fosse la loro plausibilità prima del 24 febbraio 2022, dopo quella data si sono fatte semplicemente insostenibili.
Qui dobbiamo intenderci, però. Lega e Forza Italia hanno votato tutti i provvedimenti a favore dell’Ucraina e contro la Russia sotto questo governo e sotto il precedente. Nei fatti, insomma, hanno mostrato chiaramente di aver compreso che il conflitto aveva definito per l’Italia una sorta di stato di necessità – che era impossibile muoversi diversamente. I distinguo sono stati retorici, allora, non reali: una critica di quello stesso stato di necessità al quale pure i due partiti, di fatto, si adeguavano. Si dice che queste prese di posizione abbiano obiettivi elettorali, ovvero si rivolgano a quella parte consistente dell’opinione pubblica che preferirebbe l’Italia si tenesse lontana dal conflitto. Può darsi, ma mi chiedo allora che tipo di impatto abbiano avuto. Come in tutte le democrazie, pure in Italia gli elettori non votano sulla politica estera. E in genere amano poco, e tendono a punire nelle urne, chiunque dica una cosa ma ne faccia un’altra.
Si può ipotizzare che i due partiti stiano cercando di disarticolare lo stato di necessità, di aprire un varco attraverso il quale si possa in futuro giungere a scelte differenti. È possibile, ed entro certi limiti l’operazione può anche avere un senso e un’utilità. È impensabile tuttavia che una questione così delicata sia affidata a uscite estemporanee, quando non a provocazioni. Può funzionare soltanto se la si integra seriamente nella politica internazionale del Paese, facendone una sorta di elemento dialettico nel contesto di una comune assunzione di responsabilità.
Pages: 1 2